IL PROCURATORE CHIAPPANI
VA IN PENSIONE. L’INCHIESTA
SUL COVID IN BERGAMASCA
E PER SEI ANNI CAPO A LECCO

BERGAMO – Undici settembre, ultimo giorno in Procura per Antonio Chiappani che al compimento del 70esimo anno raggiunge la pensione. Bresciano di Orzinuovi, dal 2014 e fino al settembre 2020 fu a capo della Procura di Lecco, dopo una carriera da sostituto procuratore a Brescia, mentre è a Bergamo che ha trascorso gli ultimi tre anni.

Chiappani arrivò a Lecco con importanti indagini in curriculum, dalla strage di piazza della Loggia al sequestro Soffiantini, ma si occupò anche degli attentati di Mumbai del 2009 costati la vita a 170 persone perché proprio dal bresciano provenivano i finanziamenti ai terroristi. Con Tangentopoli Chiappani si occupò invece delle inchieste sui magistrati di Mani Pulite. Nel periodo di permanenza sul Lario il Procuratore capo dovette affrontare – tra le altre – le inchieste sui casi di mobbing alla multinazionale dei Raggi X, la Gilardoni di Mandello del Lario, e il clamoroso crollo del ponte di Annone sulla Statale 36 che causò la morte dell’automobilista Claudio Bertini.

Il magistrato arrivò a Bergamo in piena pandemia e proprio al Covid si dedicò nel suo impegno nel palazzo di Giustizia orobico. Suo dovere infatti fare luce sulle eventuali responsabilità che portarono alla diffusione del contagio in Valle Seriana e all’ospedale di Alzano Lombardo e alla morte di 4mila persone. “Rifarei tutto – ha dichiarato a più riprese – perché spetta al Procuratore dare risposte alla cittadinanza e ai morti, il nostro compito è valutare se vi furono omissioni o anomalie e se queste fossero in relazione con il diffondersi della pandemia”.

 

L’intervista di Bergamonews al Procuratore Chiappani prima della pensione