LECCO – La crescita delle esportazioni agroalimentari è una realtà consolidata, tanto che già dal 2014 il valore è superiore a quello della crescita complessiva delle esportazioni per il nostro paese. Infatti, il dato delle esportazioni agroalimentari si è attestato, nel 2023, su un valore che ha oltrepassato i 65 miliardi di euro (+5,4% sul 2022) e, di questi, ben 43,3 miliardi di euro si devono a prodotti trasformati dell’industria alimentare (+6,9%).
Questo il tema del del corso di formazione, che si è svolto in due giornate, organizzato da ATS Brianza, Regione Lombardia e Università degli Studi di Milano, con la partecipazione del Ministero della Salute, destinato a medici veterinari e operatori del settore alimentare che desiderano intraprendere il percorso verso l’abilitazione dei propri impianti all’export.
La prima giornata è stata introdotta dal direttore generale dell’Agenzia di Tutela della Salute della Brianza Michele Brait che ha sottolineato come: “l’Export si conferma importante anche nelle province di Monza Brianza e Lecco dove attualmente sono presenti 7 impianti autorizzati a esportare alimenti di origine animale verso paesi terzi, in particolare USA, identificando la nostra ATS leader nel settore in Lombardia. ATS Brianza è stata anche indicata da Regione Lombardia come Unità Operativa a Valenza Regionale per ‘filiere agro-alimentari ed export’, al fine supportare la governance regionale nel ruolo di coordinamento delle ATS nella materia specifica egarantire uniformità e rispetto dei requisiti di maggiore efficienza e qualità su tutto il territorio. Siamo quindi orgogliosi di contribuire a sostenere il Made in Italy nel mondo”.
Nel territorio di ATS Brianza sono presenti anche 8 stabilimenti che producono ed esportano prodotti a base di latte, mentre sono 15 in totale quelli che esportano prodotti a base di carne (considerando anche gli impianti di macellazione e sezionamento carni). Nel 2024 sono stati esportati direttamente, mediante certificati sanitari, 11.199.594 chili di alimenti a base di carne e prodotti a base di latte verso paesi di tutto il mondo: Albania, Algeria, Arabia Saudita, Australia, Azerbaigian, Barbados, Benin, Brasile, Bosnia, Canada, Cina, Colombia, Corea, Costa Rica, Cuba, Equador, El Salvador, Emirati Arabi, Etiopia, Figi, Filippine, Georgia, Germania, Giamaica, Giappone, UK, Hong-Kong, Indonesia, Islanda, Israele, Kuwait, Libano, Macao, Macedonia, Madagascar, Marocco, Messico, Montenegro, Mozambico, Norvegia, Panama, Repubblica Dominicana, Corea, Sud Africa, Serbia, Singapore, USA, Taiwan, Turchia, Ucraina, Thailandia, Uruguay, Venezuela, Vietnam.
Ecco le esportazioni diverse per continenti: USA e Canada 3.571.714 kg, America del Centro e del Sud 184.248 kg, Asia 3.540.923 kg, Africa 2.696.790 kg, Oceania 89.882 kg, Europa 132.947 kg e Gran Bretagna 387.530 kg. A questi bisogna aggiungere il quantitativo derivante dalle attestazioni verso altri stabilimenti (esportazione indiretta) per 3.386.418,86 kg. Rispetto al 2023 si evidenzia un incremento importante del volume delle esportazioni (1.157.055 kg in più) con un importante coinvolgimento del mercato americano (USA e Canada): 2.059.287,79 kg vs. 3.571.714,22 kg.
Nell’attività di controllo di queste produzioni, riguardo alle verifiche delle strutture di produzione, dei processi, delle materie prime, della loro tracciabilità, delle metodiche di autocontrollo, della valutazione dei referti analitici dei campionamenti di matrici effettuati durante le produzioni e sui prodotti finali, nel rilascio delle necessarie certificazioni, sono coinvolti a vario titolo circa 25 dirigenti veterinari di ATS Brianza, che giornalmente svolgono la loro attività presso questi impianti, al fine di certificare la salubrità e la conformità alle normative delle loro produzioni.
“Mentre l’export verso paesi dell’Unione Europea non pone sostanziali problematiche tecniche e legali avendo legislazione comune – spiega il Mauro Fava, dirigente veterinario responsabile della struttura Export Paesi Terzi di ATS Brianza – la situazione si complica quando si coinvolgono destinazioni extra-europee. L’export verso i paesi terzi, infatti, rappresenta una sfida impegnativa sia per il produttore, che deve sottostare a nuovi vincoli, sia per l’Autorità di controllo che, in tale meccanismo, assume un ruolo peculiare avvicinandosi alle funzioni di ente certificatore”.