CALCIO/GALBIATESE RE DI COPPA.
BASTANO 20 MINUTI E LA FESTA
È ANCHE PER LA PROMOZIONE

ARCORE (MB) – La storia è fatta. Sono bastati 20’ alla Galbiatese 1974 di mister Marco Canella, e dello storico presidente Luigi Panzeri, per domare la resistenza del Fornovo e mettere in bacheca la prima coppa Lombardia della storia.

Una stagione assolutamente positiva e dopo il secondo posto nel campionato di Prima Categoria e la coppa di cui sopra, ora anche il salto nella categoria superiore è un fatto acclarato. Palcoscenico del trionfo come ben noto Arcore, provincia di Monza Brianza a casa del “Sciur Berlusca”, località raggiunta da un buon numero di tifosi presenti in tribuna e che, bisogna proprio sottolinearlo, si sono fatti sentire. È finita 2-0 grazie alle reti di Di Luccio al 10’ e Longoni al 19’, non è bastata la proverbiale forza di spirito bergamasca, i biancoverdi sono stati bravi a gestire un match ancora giovane senza rischiare nulla o quasi.

Poi spazio ai festeggiamenti, in un clima da stadio vero così come accadde in entrambe le semifinali contro la Garibaldina; una ridda di emozioni sprigionate al cielo di Arcore a quattro polmoni. Bandiere telecomandate quasi a voler catturare il refolo di vento migliore per amplificarne e valorizzarne il gesto. E ancora fumogeni, sciarpate stile Champions League, e naturalmente i ragazzi sotto la curva per vivere il loro momento di gloria. Per una serata è stato bello volare con la fantasia trasformando un gruppo di amatori nei campioni che solitamente vedono in Tv. Pronti poi la mattina dopo a tornare al quotidiano in fabbrica piuttosto che in ufficio a guadagnarsi la pagnotta, ma anche per i “pischelli” a ripassare la lezione prima di tornare a scuola e mettere giù il testone con l’obiettivo di regalarsi quel classico pezzetto di carta, che nella vita ormai è diventato indispensabile.

Niente grilli in testa allora, si tratta di una parentesi meritoria di attenzione, anche e forse di più nel caso in cui si parlasse di professionisti. Vero, in tanti ambiscono ad arrivare lontano nel mondo del calcio ma davvero in pochi vi riescono. I motivi? Molti e variegati, si farebbe notte nella circostanza in cui si volesse scandagliarli uno ad uno, tra essi anche un pizzico di fortuna indispensabile per raggiungere i traguardi, nello sport e nella vita di tutti i giorni – senza voler essere naturalmente una scusa di comodo. Poi c’è chi preferisce nonostante sia nel gruppo buono, tentare altre strade, come il capitano della Reggiana Alessandro Spanò che appese i scarpini appena 26enne al chiodo dopo la fresca promozione in serie B ottenuta nel 2020 per completare gli studi.  Restando in casa galbiatese come non ricordare il nostro Luca Colombo, ex giovanili dell’Inter trasferitosi al Monza con la società brianzola allora in serie C, difensore della Berretti in predicato di fare il salto in prima squadra, spiazzò tutti dicendo basta per tuffarsi sui libri con l’obbiettivo poi raggiunto di diventare medico. Il Monza fece carte false per farlo tornare sui propri passi ma lui decise così e la storia è lì a dimostrare la bontà della sua scelta. In precedenza anche Matteo Anghileri, roccia difensiva dell’Oggiono ebbe l’opportunità di salire in C e al solito in molti storsero il naso. Risultato, da anni lavora con successo all’ospedale Manzoni di Lecco in ortopedia diventandone uno dei più apprezzati chirurghi.

In chiusura complimenti allora al Galbiate, meritatamente re di coppa anche se solo per una notte, una notte comunque magica e che resterà indelebile nella mente dei protagonisti.

Alessandro Montanelli