LECCO – Ennesima rivoluzione in casa Lecco; la sconfitta di Bolzano contro il Sudtirol arrivata all’ultimo respiro ha convinto il patron Paolo Di Nunno senior a cambiare nuovamente guida tecnica, quando mancano solo dieci partite al termine del campionato. Via dunque Alfredo Aglietti, un punto nelle quattro partite della sua gestione e il DS Domenico Fracchiolla sino al ritorno di Luciano Foschi, operazione a cui manca solo il crisma dell’ufficialità.
Facciamo un po’ di chiarezza; la “giostra” lariana inizia col taglio di Foschi, il mister della promozione, dopo sei partite e un sol punto racimolato; poi la coppia Bonazzoli-Malgrati, da ottobre sino al 12 febbraio, lasso di tempo in cui il Lecco mise in tasca 19 punti nelle 18 gare disputate. Quindi il mese di Aglietti, contraddistinto da tre sconfitte e un pareggio e ora ecco il Foschi-bis. Una mossa incomprensibile, Foschi al pari di Bonazzoli e Malgrati non vanta la minima esperienza in B – in ogni caso appare abbastanza assurdo cambiare ancora allenatore: i giocatori messi ancora una volta nel frullatore andranno ancor di più in difficoltà. Arrivato Foschi, siamo punto e a capo e della sua ciurma ormai non vi è più traccia -i soli Melgrati, Guglielmotti, Lepore e Buso vestono ancora il bluceleste e conoscono il trainer laziale. Insomma, si riparte da zero.
Di sicuro la salvezza si allontana a ritmo supersonico: dispiace asserirlo, ma la retrocessione pare ormai certa o giù di lì. Vero a Bolzano il Lecco non meritava assolutamente di perdere – il solito gol subito sugli sviluppi di un calcio piazzato è risultato ancora fatale.
Adesso bisogna almeno portare a termine il percorso con dignità, senza regalare niente a nessuno, iniziando dal match in calendario domenica al Rigamonti-Ceppi con quel Palermo già sconfitto all’andata e attualmente in ambasce dopo le due sconfitte consecutive rimediate con Ternana e Brescia. Il tutto alza la quota di difficoltà, i rosanero arrabbiati dal momento negativo scenderanno in campo con maggior attenzione e piglio senza cadere nel tranello di sottovalutare la cenerentola del torneo, di conseguenza far punti diventerà ancor più complicato di quanto già non sia.
Peccato non essere riusciti a costruire una rosa adeguata alla categoria; vero, esiste l’alibi di un’estate tribolata come non mai, trascorsa giocoforza più tra le aule dei tribunali sportivi che a pensare al calcio giocato intenti a rincorrere una B, conquistata sul campo e incredibilmente messa in discussione da scelte scriteriate tra vari ricorsi e contro ricorsi che hanno inevitabilmente rallentato il programma di crescita. Esistono però anche una lunga serie di scelte inopportune (non assumere un tecnico di categoria dopo l’esonero di Foschi in primis) che sarebbe stucchevole elencare ora. Le porte sono state chiuse a buoi scappati – rincorrerli adesso diventa praticamente impossibile anche perché squadra e società stanno pericolosamente arrancando.
Di sicuro è un pochino presto per recitare il de profundis, la matematica tiene a galla il vessillo manzoniano ma la mareggiata tuttavia si fa sempre più intensa. La barca sta facendo acqua da tutte le parti, è scattata l’emergenza su tutte le linee e non c’è più tempo da perdere con la tenue, quasi invisibile fiammella della speranza che si fa sempre più piccina settimana dopo settimana. Lo spettro della Serie C ahinoi, si avvicina a grandi passi.
Alessandro Montanelli
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L’ULTIMA (?) SVOLTA DELLA CALCIO LECCO:
RETROMARCIA LECCO: VIA AGLIETTI E FRACCHIOLLA, RICHIAMATO FOSCHI!