CASO LIAM, SLITTA L’UDIENZA:
ALTRI DUE MESI D’INDAGINI
SULLA MORTE DEL NEONATO

LECCO – Era fissata per l’inizio della prossima settimana l’udienza per il caso Liam – il piccolo che è morto nell’ottobre del 2015 a soli 28 giorni di vita – ma è slittata a febbraio per prorogare le indagini. La perizia avrà quindi due mesi in più per chiarire la causa del decesso di Liam, avvenuto a casa dopo che il neonato aveva trascorso 10 giorni in una culla del reparto di pediatria dell’ospedale Manzoni.

Il caso è ancora in attesa di risposte, dopo due richieste d’archiviazione della Procura di Lecco, respinte tuttavia dal Gup, che appunto ha concesso altri due mesi ai periti: l’anatomopatologo Paolo Tricomi, il pediatra neonatologo Massimo Agosti e il radiologo Carlo Bianchi Bosisio.

I tre medici hanno stabilito che la morte è avvenuta per soffocamento, ma resta ancora da chiarire se sia avvenuta per evidenti problemi polmonari del neonato – emersi dall’autopsia – o per un atto volontario: proprio su questo ci si concentrerà da qui a febbraio per trovare la verità.

Dopo un’iniziale inchiesta, il personale della pediatria – medici e infermieri – è stato scagionato. Il procuratore capo di Lecco – Antonio Chiappani – attende la conclusione del lavoro dei periti per poi valutare le cause del decesso e avanzare la richiesta al Gup nei confronti dei genitori di Liam o di altri eventuali indagati.

RedCro