MILANO – Se ad agosto la situazione sembrava preoccupante, a settembre i dati che riporta il nono rapporto UIL Milano e Lombardia del 2024 sulla cassa integrazione rivelano una situazione critica per l’intero tessuto economico regionale. Nel mese di settembre, le ore di cassa integrazione autorizzate in Lombardia hanno superato i 7,5 milioni, segnando un aumento dell’8,8% rispetto allo stesso mese del 2023.
Complessivamente, nei primi nove mesi del 2024, la cassa integrazione autorizzata in Lombardia ha raggiunto 67,6 milioni di ore, con un incremento del 21,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I settori più in sofferenza sono ancora l’industria (testimone ne sono gli scioperi che si sono appena svolti) e l’edilizia. Nel periodo gennaio-settembre 2024, l’industria ha visto un incremento delle ore di cassa integrazione del 23,7%, mentre l’edilizia ha registrato una crescita impressionante del 101,6%, sintomo di gravi difficoltà strutturali. Anche il commercio, pur con una riduzione delle ore di cassa integrazione del 35,1%, mostra una crescente dipendenza dal Fondo di Solidarietà, con un aumento del 13,7% delle ore autorizzate.
A livello di province lombarde, la situazione è disomogenea. Bergamo ha registrato un incremento del 49,4% delle ore di cassa integrazione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre Cremona e Pavia mostrano aumenti estremamente elevati, rispettivamente del 191,9% e del 251,6%. Questi dati evidenziano l’urgenza di interventi mirati nelle aree più colpite per prevenire ulteriori peggioramenti.
“È evidente che il sistema produttivo lombardo è sotto pressione – commenta il segretario confederale UIL Lombardia Salvatore Monteduro – e l’aumento delle ore di cassa integrazione indica una fragilità persistente e una difficoltà delle imprese nell’uscire da una crisi economica prolungata. È urgente adottare misure che possano ridare slancio alla domanda interna e garantire la stabilità occupazionale. L’edilizia, nonostante il suo ruolo cruciale per la crescita economica, continua a mostrare segnali di instabilità che necessitano di essere affrontati attraverso politiche di investimento strutturali. Allo stesso modo, l’industria deve poter contare su strumenti efficaci per contrastare le fluttuazioni globali e recuperare competitività”.
Ma oltre a mettere in evidenza questi dati allarmanti, UIL Lombardia ha elaborato una serie di proposte con l’intento di voler sviluppare strategie condivise e attuare interventi concreti con le altre parti coinvolte. Tra le azioni proposte: incentivi per l’Innovazione con fondi specifici per favorire l’adozione di tecnologie avanzate nelle imprese. Formazione e Riqualificazione: promuovere programmi di formazione continua per i lavoratori, per garantire competenze adeguate alle nuove sfide del mercato. Supporto ai Salari: interventi per ridare potere di acquisto ai lavoratori e ai pensionati, stimolando così la domanda interna e contribuendo alla ripresa economica.
“I dati di settembre – conclude Monteduro – ci restituiscono un quadro di grande sofferenza per il nostro territorio. È necessaria una risposta collettiva, coordinata e incisiva per sostenere le imprese e, soprattutto, tutelare i lavoratori. Solo così potremo superare questa fase critica e guardare a una ripresa stabile e duratura per tutta la Lombardia, ma purtroppo nella legge di bilancio 2025 appena presenta in parlamento queste azioni non sono presenti. Non sono presenti risorse per rilanciare il potere di acquisto dei dipendenti pubblici, non ci sono misure per agevolare i rinnovi dei CCNL come la detassazione dei rinnovi contrattuali”.