CESTINI PUBBLICI: UN BENE PREZIOSO O UNA MALEDIZIONE?

CESTINO VIA DEL SARTOLECCO – La maleducazione delle persone non conosce confini: spesso infatti sentiamo parlare di cumuli di rifiuti nelle grandi città, ma anche i rioni di una modesta cittadina come la nostra hanno questo problema. Spesso però il fenomeno non è dovuto all’incuranza degli incaricati alla rimozione dei rifiuti come si è portati a pensare, ma alla maleducazione dei cittadini.

I cestini pubblici che sono in molti casi una cosa utile, in altri casi si trasformano in immondezzai che emanano cattivo odore e attirano gli insetti, perché la gente li usa come se fossero i propri cestini privati.

In questi giorni anche nel rione di Chiuso si sta verificando questa tipologia di inconvenienti: tenendo monitorati quattro cestini delle vie abbiamo potuto verificare infatti che vengono riempiti di rifiuti domestici e, una volta pieni, intorno sono presenti altri sacchetti.

“Io ho dei problemi con il cestino qui davanti, perché alcuni simpatici vicini scaricano l’umido nel cestino vicino alla veranda dove ho i clienti; e non solo: anche i proprietari dei cani che raccolgono gli escrementi contribuiscono a rendere i cestini maleodoranti e inavvicinabili quando basterebbe semplicemente chiudere i sacchetti con un nodo. ” dichiara Alessio Arrigoni, proprietario del Pub Makia di Chiuso.

“Quando sono in ordine fa piacere averli, ma contro questa maleducazione e questa inciviltà sarebbe meglio se non ci fossero”. – afferma un’abitante del rione.

Il problema dell’immondizia abbandonata non deriva unicamente dal fatto che gli operatori ecologici svuotano raramente i cestini, ma anche dalla maleducazione della gente che se ne infischia della raccolta differenziata e pur di non tenere la spazzatura in casa, la abbandona nei cestini pubblici o, se questi sono pieni, nelle immediate vicinanze.

A. G.