LECCO – Con una celebrazione partecipata e sentita, la comunità pastorale dei Beati Mazzucconi e Monza che fa capo ai Rioni di Rancio, San Giovanni e Laorca, ha dato il benvenuto al nuovo parroco, don Giuseppe Salvioni, e al vicario parrocchiale, don Francesco Pellegrino. Una giornata caratterizzata da volti sorridenti, parole misurate e una preghiera condivisa che ha segnato l’inizio di un nuovo percorso pastorale.
L’ingresso ufficiale dei due sacerdoti è stato accompagnato da gesti semplici ma significativi. Fin dall’inizio, è emersa un’atmosfera di accoglienza genuina, senza forzature. Il momento liturgico si è svolto con sobrietà, lasciando spazio a ciò che davvero conta: l’ascolto, il silenzio, la presenza reciproca.
Durante la celebrazione, sono emersi alcuni spunti che i presenti hanno accolto con attenzione. È stato ricordato il valore del servizio, della prossimità, dell’impegno quotidiano da vivere non solo all’interno della parrocchia, ma anche nella vita ordinaria di ciascuno. Le parole rivolte alla comunità hanno richiamato l’importanza del camminare insieme, con uno stile fatto di fiducia, pazienza e piccoli gesti.
Chi ha partecipato ha sottolineato con discrezione il clima sereno e raccolto. Qualcuno ha parlato di un senso di familiarità immediata, altri hanno espresso apprezzamento per la naturalezza con cui i nuovi sacerdoti si sono inseriti nella celebrazione e nei momenti di incontro successivi.
Don Giuseppe ha rivolto un saluto pacato, con uno sguardo rivolto al futuro ma senza dimenticare il vissuto della comunità. Ha fatto riferimento alla necessità di costruire insieme, giorno per giorno, senza clamore. Anche don Francesco ha parlato con semplicità, accennando al desiderio di mettersi a disposizione con discrezione e attenzione alle persone.
Al termine della liturgia, non sono mancati scambi di saluti, strette di mano e qualche parola pronunciata a bassa voce, a testimonianza di una vicinanza che non ha bisogno di troppi discorsi. In molti hanno colto in quella giornata il segno di un inizio, non tanto nel senso di qualcosa di nuovo da creare, ma come naturale prosecuzione di un cammino che continua, pur con volti diversi.
Il senso generale che ha accompagnato l’intera celebrazione è stato quello di una comunità che, senza formalismi, ha scelto di accogliere. Un’accoglienza fatta di attenzione silenziosa, di presenza, di fiducia reciproca. Un gesto semplice, che dice molto più di tante parole. La vita parrocchiale prosegue, con nuove guide ma con lo stesso desiderio di condividere la fede nella concretezza del quotidiano.
La festa è poi proseguita con un rinfresco e la cena nel Salottone dell’oratorio di San Giovanni.
RedLC