LECCO – È stato ammesso a finanziato al 100%, nell’ambito del programma di cooperazione Interreg Italia-Svizzera con l’obiettivo strategico di promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici, la prevenzione dei rischi di catastrofe e una maggiore resilienza (linea 2.4), il progetto messo a punto dal Comune di Lecco (capofila italiano) e dalla Regione Moesa (capofila svizzero) in partnership con il Politecnico di Milano, Legambiente Lecco e Fondazione Politecnico di Milano (lato italiano).
“PreMonHytIon: Preventing and Monitoring Hydrogeological Instability”, in una logica di cooperazione transfrontaliera, intende migliorare il sistema di prevenzione, monitoraggio e allerta dei rischi e la gestione delle emergenze legati al dissesto idrogeologico, incrementando strategie complementari di resilienza tramite lo scambio di dati, la condivisione di metodologie e l’adozione di tecnologie digitali e piccole infrastrutture, come gli argini intelligenti. Il progetto di prefigge inoltre l’obiettivo di aumentare la consapevolezza delle cause e delle conseguenze dei cambiamenti climatici e intervenire sulla messa in sicurezza dei versanti montani, nonchè di implementare il sistema di prevenzione dei rischi e di gestione delle emergenze sui fiumi, con interventi di manutenzione straordinaria e nuovi sistemi di allerta e sviluppando delle competenze del personale dedicato e la cooperazione in questo ambito.
“Il finanziamento ottenuto grazie al progetto PreMonHytIon – sottolinea l’assessore all’Ambiente del Comune di Lecco Renata Zuffi – ci permetterà di effettuare lavori di prevenzione importanti e investire sulla divulgazione scientifica, sulla formazione e su progetti locali di partecipazione cittadina all’interno dell’accordo sottoscritto a gennaio 2024 (Contratto di fiume del reticolo minore lecchese) e dei suoi piani d’azione. Lungo un tratto del fiume Caldone, all’altezza della chiesetta di Sant’Egidio, insieme alla rimozione del materiale presente nella vasca e alla pulizia dell’alveo e della rampa accesso, rifaremo argine e ponte ed allestiremo un’oasi didattica”.
A Lecco, le risorse ottenute, consentiranno infatti di finanziare interventi di riqualificazione di un tratto del torrente Caldone, attivare una sperimentazione di argini intelligenti e investire su sistemi di monitoraggio, allerta e prevenzione connessi al dissesto idrogeologico, nonchè di attivare azioni di promozione coordinate nell’ambito del Contratto di Fiume e del Festival della Sostenibilità, laboratori con le scuole e l’università nell’oasi didattica che sarà realizzata all’altezza della chiesetta di Sant’Egidio.
“La Regione Moesa – rimarca il presidente Gianpiero Raveglia – duramente colpita dal maltempo dello scorso 21 giugno 2024, apprende con grandi soddisfazione e aspettative l’ammissione del progetto al programma Interreg. Il ruolo pilota svolto della Regione nella gestione dell’evento, attraverso un’entità sinora non prevista dalla legislazione cantonale (Stato maggiore di condotta regionale), rappresenta un valido esempio di coesione ed efficienza nella gestione di situazioni particolari e straordinarie e con questo progetto transfrontaliero intendiamo rafforzare ulteriormente la resilienza dei territori alpini nella prevenzione e nella gestione dei rischi e delle situazioni di emergenza”.
Commenta così la prorettrice delegata del Polo territoriale di Lecco del Politecnico di Milano Manuela Grecchi: “Siamo lieti di poter contribuire al progetto PreMonHytIon come partner scientifico. Si tratta di un’opportunità strategica per il nostro territorio che consentirà di studiare e affrontare in modo innovativo le sfide legate al rischio e al dissesto idrogeologico, temi centrali nelle attività del Polo territoriale di Lecco. La collaborazione transfrontaliera offrirà l’occasione di condividere esperienze, unire approcci e metodi, così da massimizzare i benefici per l’intera area di interesse”.
“Il progetto PreMonHytIon rappresenta per il Politecnico un’importante occasione di trasferimento e applicazione concreta dei recenti risultati della ricerca nel settore delle opere di difesa “intelligenti” (argini sensorizzati) – conclude Francesco Calvetti, coordinatore del corso di studi in Ingegneria civile per la mitigazione del rischio del Politecnico di Milano -. Le conoscenze maturate e gli strumenti sviluppati dal Politecnico saranno direttamente integrati con le opere da realizzare, e non solo saranno funzionali alla prevenzione e monitoraggio del rischio idrogeologico, ma forniranno anche informazioni di natura divulgativa volte alla sensibilizzazione sul tema delle conseguenze dei cambiamenti climatici”.