Nell’ultimo biennio, la giunta Gattinoni ha intrapreso l’iniziativa della costruzione nel Parco periurbano di via Balicco del futuribile hub per una piccola parte dei bus che collegano Lecco con i comuni del territorio provinciale.
Una giunta nella propaganda votata all’ambiente e al Green deal, come scelta politicamente qualificante, sacrifica un parco di interesse pubblico per sostituirlo con un piazzale dedicato al Terminal di alcune, ancora numericamente non definite, linee di autobus extra urbane, enfaticamente ribattezzato HUB. Si realizza un Terminal Bus (ovvero Capolinea), lo chiamo HUB e ho fatto una grande cosa.
Noi come consiglieri della Lega, con una certa esperienza, abbiamo iniziato a chiedere dati progettuali, flussi di traffico, eccetera senza risposte esaustive.
Sempre come consiglieri, eravamo convinti che la valutazione dei rapporti convenzionali (ovvero contratto tra comune e condominio) con i condomini proprietari e che ha già dato luogo a ricorsi amministrativi, fosse già stata operata ed analizzata.
A questo scopo, in preparazione della seduta consigliare ultima scorsa, con debito anticipo, abbiamo richiesto la lettura del passaggio della convenzione.
La richiesta era volta a dare a tutto il consiglio la contezza di quello che stava votando, se l’area oggetto dei desideri espropriativi dell’amministrazione comunale fosse stata asservita ad uso pubblico perpetuo o l’asservimento attuale è ad uso verde pubblico perpetuo.
La risposta, sconvolgente, è stata che la convenzione c’è ma al momento non è stata reperita.
In sostanza, uno dei documenti base di quanto stiamo votando non è immediatamente reperibile; non consideriamo l’ipotesi che sia stato preventivamente analizzato e poi ignorato altrimenti sarebbe grave.
In data 22 luglio 2025, otto giorni dopo il consiglio, viene in nostro aiuto il Partito Democratico, con una ricerca postuma informa la città che:
Il “vincolo” sull’area interessata all’esproprio fa parte della Convenzione fra il Comune e la proprietà (oggi, i condomini stessi). Il consiglio comunale (v. Verbale del 19/07/1999) ha considerato le aree comprese nelle convenzioni urbanistiche con destinazione a verde pubblico come aree assoggettate a pieno regime giuridico demaniale.
Ed inoltre:
Una verifica congiunta dei “patti” contenuti nella convenzione e certamente trascritti nei singoli rogiti aiuterebbe – a nostro giudizio – a trovare soluzioni che, nel rispetto dei diritti dei condomini e dei lecchesi tutti, faciliterebbero il percorso attuativo dell’hub.
La prima considerazione è che la verifica dei patti della convenzione andava fatta prima di avviare qualsiasi livello di progettazione, appunto per verificare vincoli e diritti dei privati ed i diritti del comune.
Molto più divertente è la “scoperta”, a parere del Partito Democratico, che il vincolo a verde pubblico non è semplice, ma che le aree del parco in oggetto sono con destinazione a verde pubblico e assoggettate a pieno regime giuridico demaniale.
Anche questa cosa, ripeto richiesta da molto tempo, andava “scoperta” prima di deliberare, perchè è negli atti del comune.
Tutte le cose hanno delle conseguenze, per cui ci troviamo in una situazione di “vincolo verde pubblico demaniale” ovvero dove l’interesse collettivo si esplica con la creazione di parchi o aree verdi attrezzate. Rimanendo di proprietà privata si tratta di un vincolo conformativo, ovvero non è necessario l’esproprio per l’attribuzione del pieno regime giuridico demaniale.
Il Partito Democratico è certamente a conoscenza che un’area demaniale, ovvero che gode o è gravata dal pieno regime giuridico demaniale, prima di essere resa disponibile deve essere sdemanializzata, il tutto previsto dalla norma di legge di cui dell’art. 4, d.P.R. n. 327 del 2001.
I beni appartenenti al demanio pubblico non possono essere espropriati fino a quando non ne viene deliberata la sdemanializzazione.
Quindi a nostro parere, ci troviamo nelle condizioni di tornare in consiglio comunale e ripetere la delibera.
In qualunque caso, è significativo come quanto si sta discutendo doveva essere analizzato, sviscerato e risolto prima di approdare al consiglio comunale, soprattutto se in presenza di una volontà di procedura di esproprio, che incontra la legittima rivendicazione dei privati proprietari, che vogliono che il vincolo e quindi l’uso resti tale.
Purtroppo siamo davanti all’ennesimo pastrocchio di questa, amministrazione arrogante e pasticciona, che di fatto si attacca da sola a mezzo stampa.
Un metodo amministrativo pericoloso, tipo “Il mondo al contrario”: prima faccio, poi mi chiedo perché e come l’ho fatto, tanto alla fine mi dico da solo che sono bravo.
Stefano Parolari, Cinzia Bettega e Andrea Corti
Gruppo consiliare Lega Lombarda per Salvini premier