LECCO-BERGAMO, PER CARDAMONE
“IN SOSTANZA UN CANTIERE
CHE DEVE ANCORA DECOLLARE”

Rocco Cardamone, Assessore ai Lavori Pubblici della Provincia di Lecco
Rocco Cardamone, Assessore ai Lavori Pubblici della Provincia di Lecco

LECCO – Abbiamo intervistato il nuovo assessore ai Lavori pubblici della provincia di Lecco Rocco Cardamone per dare un aggiornamento ai cittadini a proposito dei lavori per la realizzazione della ormai famosissima nuova Lecco-Bergamo.

 

Allora assessore, a che punto sono le opere?
Le opere da settembre a oggi non hanno fatto grandissimi passi avanti: del resto chi osserva i cantieri si accorge che siamo ancora in una fase abbastanza propedeutica a quella che sarà la vera opera, cioè scavare il tunnel di collegamento tra Chiuso e Calolzio. Perciò i due fronti appena citati sono oggetto dalla prima fase di interventi: Chiuso ormai è stato completato in questa fase, e infatti c’è poca operatività, mentre Calolzio è il fronte su cui si sta ancora intervenendo. Qui in particolare c’è l’esigenza, che noi ci siamo messi come prioritaria rispetto al resto, di evitare che le interferenze del cantiere sulla viabilità cittadina possano arrecare eccessivi disagi alla vita quotidiana, all’attività commerciale, al traffico e ai residenti.
Ad esempio per quanto riguarda l’incrocio tra l’uscita del sottopassaggio e la via dei sassi, che è chiusa per consentire i lavori, erano state date delle scadenze rassicurando, soprattutto il sindaco, che entro la fine dell’anno si riuscisse a completare l’intervento sul fronte sud e a riaprire la via dei sassi, però a quanto pare, per difficoltà operative, questa data non può essere rispettata e quindi per evitare lungaggini e ulteriori proroghe è stato concordata, in un incontro mercoledì 11 dicembre, l’apertura di un bypass che consente di aggirare il cantiere quindi permettendoci di riaprire via dei sassi. Fatto questo gli abitanti di Chiuso e Calolzio si accorgeranno poco delle attività che proseguiranno che sono quelle essenziali: noi siamo in questo momento intorno all’8% dell’attività complessiva dell’opera.
AGGIORNAMENTO DEI LAVORI DELLA LECCO-BERGAMO (2)
È in sostanza un cantiere che deve ancora decollare dal punto di vista della produttività mensile. Noi come Ente possiamo soltanto dire che tutto è preordinato affinché le opere possano procedere secondo i parametri stabiliti che sono un contratto e un progetto. Contratto e progetto sono gli aspetti che legano questo sodalizio tra committente e impresa ed è quello su cui deve incanalarsi ogni attività per proseguire e traguardare la conclusione dell’opera.
Le aree sono state messe a disposizione dell’impresa, l’opera è finanziata, i contributi possono essere erogati dal CIPE alla provincia regolarmente, non vi sono ostacoli, poiché quest’opera non è sotto il patto di stabilità, che spesso blocca tante opere pubbliche, di tanti enti locali: qui c’è un flusso di cassa che da sostegno e respiro all’impresa.
Poi c’è una considerazione di carattere generale che sta a priori anche dell’opera di cui stiamo parlando che è il tema delle opere pubbliche in generale: io considero le opere pubbliche oggi in Italia, davvero una sorta di impresa difficilissima da gestire e che spesso, quando poi vede la conclusione consente a tutti di tirare un sospiro di sollievo, dovrebbe essere un automatismo, ma invece non lo è. Diciamo che è come un equilibrista che cammina su un filo con la barra stabilizzatrice e deve arrivare alla fine, quando arriva alla fine dice “meno male ce l’ho fatta”. Perché siamo sempre in bilico rispetto a tante situazioni, a tanti imprevisti e a tante difficoltà, che sono frutto di leggi molto complicate, se noi guardiamo soltanto il panorama locale ci accorgiamo di quante siano rimaste incagliate proprio nella burocrazia e in tanti cavilli che spesso poi bloccano l’esito positivo di un’opera pubblica.
Ad oggi il quadro è questo: l’opera deve continuare, può continuare, se aspettiamo che il contraente poi faccia la sua parte.
Stiamo seguendo in maniera molto attenta lo svolgimento, con l’impresa Salini da quando ci siamo insediati, un mese e mezzo fa, e abbiamo già avuto tre incontri, ci siamo subito immersi nel problema perché siamo consapevoli che questa è un’opera importantissima per il territorio, sicuramente lo è ancora di più per gli abitanti che sono interessati da quel nodo viabilistico; tolta poi l’incidenza localistica, è un’opera strategica per tutta la parte settentrionale della Lombardia. Per noi Bergamo, in termini viabilistici, è tanto vicina, ma davvero troppo lontana, questo vale anche per l’aeroporto di Orio al Serio.
Ci auguriamo ovviamente che questo handicap sia, e deve essere, superato attraverso quest’opera.

Dall’intervista con il suo predecessore sappiamo che l’opera costa, complessivamente 92.700.000 euro. Inoltre doveva tenersi una gara d’appalto per gli impianti tecnologici, in modo da sbloccare lo stanziamento dei fondi ministeriali. I soldi sono arrivati?
Si, i soldi sono arrivati; su questo non abbiamo difficoltà, il nostro direttore generale si è recato a Roma, una settimana fa per cui le garanzie ci sono, del resto l’opera è finanziata. L’erogazione, a quanto pare, avviene con una certa regolarità e da questo punto di vista non abbiamo particolari problemi. I lavori che sono in corso d’opera sono coperti dai finanziamenti e i SAL che l’impresa espone e presenta sono prontamente pagati, quindi non ci sono sbilanciamenti su questo punto di vista.

All’ultimo incontro mancavano 1.397 giorni contrattuali. Ad oggi avete avuto degli intoppi o procede tutto secondo i piani? Siete in pari con il programma?
Il traguardo di un’opera pubblica non è stabilire un primato nei tempi d’esecuzione, ma riuscire a realizzarla. È questo il vero obiettivo, non tanto fregiarsi di averla fatta nei tempi. Io mi auguro tanto che l’opera pubblica di cui stiamo parlando potesse vedere la sua primavera, ma ci metterei anche qualche giorno di ritardo. Il problema non è quello, ma vedere un cantiere che ha una sua produttività, che cammina, che va avanti, che progredisce, che rispetta il proprio programma: poi ci sono fasi di rallentamento determinate da difficoltà contingenti, ci sono poi delle accelerazioni che permettono di recuperare i ritardi, però la questione non è tanto contare i giorni, ma riuscire a capire se quest’opera nel tempo va avanti per essere poi finalmente realizzata. Gli ultimi sei mesi, a mio parere, non sono stati molto produttivi anche per quelli che sono gli stati di avanzamento.

Ex passaggio a livello 1

Una curiosità di cui parlammo anche col suo predecessore, che sta molto a cuore ai cittadini del rione di Chiuso, ma che dopo alcuni mesi è rimasto uguale: cosa pensa, ma soprattutto cosa sa, del famoso sottopassaggio mai realizzato a Rivabella?

Con gli abitanti di Chiuso e di Calolzio ci sono stati degli incontri anche perché i sindaci seguono con particolare interesse gli sviluppi. Credo che dopo le feste debba esserci un ulteriore incontro con il comitato cittadino per poter riferire nel dettaglio quali sono le questioni sul tavolo. La necessità di avere un filo conduttore, un’informazione diretta con i cittadini dei territori interessati è all’attenzione non solo della provincia, ma anche dei sindaci che rappresentano queste comunità: parlo di Lecco, Vercurago e Calolziocorte.

Andrea Granata

 

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