LICEO MADE IN ITALY. NOSTRA RISPOSTA ALL’UGL: SERVONO ARGOMENTAZIONI

Egregio sig. Rosania,
accolgo la richiesta di pubblicare la sua lettera riguardante le note da noi pubblicate sull’esito delle iscrizioni al liceo del made in Italy. Questo ci dà ulteriore modo di rendere evidenza ai nostri lettori del corposo lavoro che stiamo facendo da tempo, nell’occuparci del sistema scolastico e dell’istruzione tecnica in tutte le sue interconnessioni con l’economia delle nostre imprese e con il mercato occupazionale. Sull’argomento che lei cita abbiamo scritto moltissimo, sia nello specifico che in una visione più allargata che abbraccia tutte le problematiche delle professioni tecniche, quelle che mancano alle nostre imprese per continuare a stare sul mercato e che sono altresì funzionali al mantenimento del nostro welfare, tra cui quelle che sarebbero necessarie al nostro vero made in Italy per trovare più possibilità di esportazione.

Come potrà vedere dai numerosi link che ripubblichiamo, lo abbiamo fatto in tanti modi, con molte e profonde argomentazioni, certamente non del tutto esaurienti e probabilmente non sempre condivise, ma sicuramente funzionali per costruire una sensibilità assolutamente necessaria a mettere mano ai non pochi problemi che da decenni ha la nostra istituzione scolastica. Spesso le nostre argomentazioni, ampiamente apprezzate dai nostri lettori, sono state riprese anche da altri media a tiratura nazionale.

Valerio Ricciardelli, ‘columnist’ di Lecco News

In merito invece al liceo del made in Italy l’esperto che lei cita nella sua lettera, lo scorso mese di agosto ha scritto una lettera aperta di ben 20 pagine, dal titolo “Osservazioni pertinenti sull’istituzione del liceo del made in Italy”, rivolta a “chi se ne doveva occupare o poteva indirizzare il dibattito parlamentare” per l’approvazione del disegno di legge.

Il nostro giornale l’ha pubblicata, con altri commenti e argomenti integrativi ben due volte. Lì c’è molto e se ci fossero ulteriori osservazioni, ma con solide e pertinenti argomentazioni, ben vengano.

‘LICEO DEL MADE IN ITALY’, PARLA L’ESPERTO: “PERPLESSITÀ, ANALISI, E MISURE CORRETTIVE”

Le osservazioni poste nel documento sono state anche riprese nel “punto di Paolo Pagliaro” in una recente trasmissione di Otto e mezzo e condivise con ragionevolezza un po’ da tutti i media. 

Anche quanto è riportato sul sito del Ministero dell’istruzione del merito, a riguardo dell’offerta formativa del liceo del Made in Italy, lascia molto a desiderare e non può essere certamente funzionale per un efficace orientamento e attrattivo per chi deve fare le scelte.

Ornella Cuzzupi Archivi -Il pezzo di Ornella Cuzzupi (segretario nazionale di UGL Scuola) che lei cita e su cui esprime invece una opinione diversa, non ha nessun valore argomentativo, proprio perché abbiamo già ripetutamente scritto sull’argomento, e non c’era bisogno di aggiungere altro. È solo la fotografia e il resoconto, tra l’altro oggettivo, dell’esito delle iscrizioni che abbiamo riportato con la graffiante espressione che la “matematica non è una opinione”, semplicemente per contrapporre la realtà oggettiva dei numeri, alla quale non si scappa, alla ostinata interpretazione di un quadro differente.

375 iscritti o poco più su 92 istituti, fanno una media di 4 studenti per istituto e pur supponendo che la distribuzione media non sia uguale per tutte le 92 scuole, è comunque ipotizzabile che sia necessaria qualche alchimia per riuscire a mettere assieme un numero minimo di studenti per comporre una sezione, altrimenti non si attiverà nessuna classe.

Se volessimo spingerci oltre la fotografia della realtà, ma non era lo scopo del nostro pezzo, potremmo allora chiederci: ma quali erano le aspettative programmatiche dell’istituzione del liceo del made in Italy, messa in piedi con un provvedimento di legge? Erano quelle di raccogliere 375 iscritti? Con questi numeri, assolutamente esigui, non si può fare addirittura nessuna inferenza statistica. Allora chi è in difetto? Chi ha progettato il liceo del made in Italy, o chi ha previsto e commentato la catastrofe?

Poi comprendiamo che l’ottimismo della speranza non deve mai mancare, anche laddove il pessimismo della ragione e dei numeri consiglierebbe di stare con i piedi per terra…

Sandro Terrani

Direttore responsabile

LeccoNews.news


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