PROCESSO LA NASA, ALTRO NO
AL PATTEGGIAMENTO

LA NASA MATTEO COMA VIGILE
Mamma Castiglia con Matteo dopo l’incidente

LECCO – Ancora un “no” al patteggiamento: si andrà al dibattimento nel processo che vede il giovane lecchese Davide Vassena imputato di omicidio colposo. La sera del 18 luglio di tre anni fa, Vassena perse il controllo della sua Peugeot 207 mentre scendeva a Versasio dal piazzale della funivia dei Piani d’Erna. La macchina precipitò dalla strada sul tornante, al di sopra del bar-ristorante “Caminetto”, finendo per travolgere l’allora ventenne Matteo La Nasa di Burago di Molgora – in quel momento seduto all’esterno del locale insieme alla fidanzata e alla madre di quest’ultima.

Dopo l’incidente, Matteo rimase su una sedia a rotelle, in coma vegetativo per un anno e mezzo. Il 21 novembre del 2011 morì all’ospedale di Lecco.

Lunedì il giudice Salvatore Catalano, al termine di una camera di consiglio durata alcune ore, ha accolto la decisione del PM Giuseppe Pellegrino, dichiarando di non dare il consenso alla nuova richiesta avanzata dalla difesa di Vassena che chiedeva il patteggiamento, quindi una pena (sospesa) pari a due anni. L’avvocato Stefano Pelizzari ha dunque ricevuto il secondo “no”; il primo fu quello dello scorso 7 maggio quando nell’udienza preliminare il giudice Massimo Mercaldo aveva respinto la richiesta di patteggiare una condanna a un anno e mezzo – pena considerata non congrua in proporzione al danno provocato dal giovane di Lecco.

Dopo la causa civile, chiusa con il risarcimento, è stata la volta del processo penale a carico di Davide Vassena, oggi per la prima volta presente in aula dove ha incrociato i familiari di Matteo La Nasa: la combattiva madre Croce Castiglia e la fidanzata, Dorella. Mamma Croce in questi anni si è gettata anima e corpo nella lotta conro le stragi sulle strade, battendosi per la prevenzione con tante iniziarive, convegni e decine di incontri rivolti ai giovani, specialmente nelle scuole.

Dal canto suo la fidanzata di Matteo ha pianto e urlato la sua rabbia al momento della richiesta (come detto poi respinta) di patteggiamento da parte del legale di Vassena.