QUANDO I BAMBINI FANNO BLEAH!
MENSE SCOLASTICHE, PIU’
DELLE LETTERE PARLANO LE FOTO

LECCO – Le mamme e i genitori dei bambini che frequentano le scuole della città non ci stanno a chiudere la bocca – e soprattutto farla chiudere ai loro figli – e nuovamente denunciano pubblicamente il livello non adeguato per una sana alimentazione della mensa scolastica e, per farlo, questa volta fanno parlare anche diversi piatti serviti ai loro bambini.

MENSA LECCO VASSOIO

Foto che documentano porzioni che si stenta a credere possano nutrire adeguatamente ragazzi ad un passo dalle medie e neppure bimbi di 8-10 anni. Foto che documentano piatti che non invitano all’assaggio.

Francesca-BonacinaIn tempo di Expo (“Nutrire il pianeta, energia per la vita“), i genitori prendono in parola lo slogan e chiedono conto. E’ una battaglia, la loro, che dura da anni, con iniziative e denunce pubbliche, scioperi della mensa e proposte alternative indirizzate alla città, ai consiglieri comunali, ai dirigenti e all’Assessore all’istruzione Francesca Bonacina.

Il fronte, sebbene non compatto, è sempre stato molto ampio e maggioritario. Gli scioperi degli scorsi mesi e anni lo hanno sempre misurato ma i risultati, sentendo i genitori, sono stati solo parziali e dopo insistenze e pressioni che, per genitori che svolgono questo compito di monitoraggio, verifica e partecipazione in forma volontaria è sempre gravoso.

La scadenza dell’appalto avvenuta dopo 5 anni a ridosso di quest’anno scolastico, ha solo in parte migliorato la situazione. La riduzione del costo del buono pasto, sceso di 1,34€, non può essere la panacea di tutti i mali.

Porzioni e qualità restano i cavalli di battaglia delle mamme degli alunni fruitori del servizio mensa scolastico e le foto, pubblicate sulla loro pagina facebook sono – stando ai diversi commenti espressi sia all’esterno dei plessi che sulla stessa pagina, la stella polare del loro impegno e della loro contrarietà.

Arrosto che sembra una zattera in mezzo al mare di intingolo e cottura, un puré di patate a frittata che viene sia dai bambini che dai genitori “frittata spugnosa soprannominata Spongibob” o ancora un piattino di cotto e due granelli due di mais “prosciutto cotto con contorno di insalata e mais … va beh che bisogna combattere l’obesità, ma mi sembra un tantino ristretta.

Una battaglia sottotraccia, nelle varie scuole, nei circoli di qualità con azienda e Comune, nel coordinamento dei genitori controllori del servizio mensa, che in queste settimane torna anche alla ribalta pubblica con appunto le foto che molto dicono e ancor più fanno discutere, forse per esaperazione.

Ne è la riprova lo sfogo di una mamma Barbara Ruggiero impegnata attivamente nel Coordinamento cittadino della Commissione mensa che sempre su facebook scrive forse arresa: “sono state protocollate centinaia di pagine con segnalazioni di non conformità e decine di pagine con proposte concrete, girate anche ai consiglieri comunali. …I genitori hanno partecipato attivamente a commissioni consiliari – anche come relatori con proposte concrete – e interagito in numerose riunioni con i referenti mensa comunali, riuscendo ad ottenere miglioramenti di qualità e di prezzo, non certo dovuti agli sporadici interventi del consigliere Venturini (che davanti alle foto aveva minimizzato, n.d.r.) che si risveglia appunto solo in campagna elettorale”.

E prosegue: “E’ evidente a tutti che le foto di segnalazioni di non conformità non siano e non vogliano essere una sintesi del servizio nella sua totalità, ma è altresì indubbio che possano e debbano sensibilizzare su alcune criticità importanti che ancora purtroppo permangono e si acuiscono e che, ricordiamo, ricadono sull’alimentazione quotidiana dei nostri bambini”

E conclude: “La lentezza burocratica, la difficoltà nel relazionarsi col gestore e a volte con le inservienti stesse, il continuo ripetersi di alcune criticità e il minimizzare della politica, arrivando addirittura a ritenere inattendibili le nostre segnalazioni scritte, hanno spinto alcuni genitori delle commissioni mensa che monitorano i pasti a documentare fotograficamente le proprie segnalazioni e a pubblicarle, perché fosse chiaro e trasparente a tutti di cosa si stava parlando”.

E’ indubbio che la scelta dei genitori di fotografare i piatti serviti ai propri figli a scuola, pur non essendo una novità assoluta, diverse scuole, in altre città hanno già utilizzato questo metodo è un metodo di trasparenza e durante Expo anche un invito a ricordarci che “Nutrire il pianeta, Energia per la vita“, se non si insegna a scuola, dove?