VALTER MAGGIONI, SUCCESSO PER LA NOVANTESIMA MOSTRA AL LAVELLO

CALOLZIOCORTE – Grande successo per la mostra numero 90 del calolziese Valter Maggioni: il classe ’54, in occasione del suo settantesimo compleanno, ha infatti organizzato un’esposizione personale delle sue opere nella Sala Volta del Monastero del Lavello, a ripercorrere decenni di creatività e sperimentazioni.

Inaugurata nella serata di sabato 13 con oltre 90 presenti, una commovente dedica della figlia e la presentazione straordinaria di Ignazio Albanese, fratello del noto attore Antonio Albanese, la mostra ha attirato anche molti dei visitatori del Lavello nel fine settimana e si è conclusa martedì 16 con un ottimo riscontro di pubblico, per la soddisfazione dell’artista.

Maggioni, che ci tiene a specificare di essere “un autodidatta, per cui la pittura è una grande passione”, è un artista aderente alla corrente del Realismo e, tramite la pittura ad olio, raffigura principalmente paesaggi del territorio, nature morte e composizioni floreali; in oltre 30 anni di attività, ha raggiunto il traguardo di 20 mostre personali, oltre 50 mostre collettive e 15 concorsi, tra cui il Concorso “San Girolamo” di Somasca, il Concorso “Atmosfere d’inverno” di Olate/Lecco e il Concorso “Alessandro Manzoni” di Calolziocorte. Il desiderio di realizzare la sua mostra numero 100 in concomitanza con il suo settantesimo compleanno è stato spezzato dall’avvento della pandemia di Covid-19, ma Maggioni non si è perso d’animo e, dallo scorso ottobre, ha pazientemente preparato, con l’aiuto della figlia di professione grafico e della famiglia, tutto il necessario tra locandine, inviti ed allestimenti per un evento che si è rivelato un successo.

Maggioni ha voluto raccontare la sua arte: “Sono un artista un po’ conservatore di natura, il mio intento è quello di immortalare i luoghi, le cascine, le barche, tutte quelle cose che stanno scomparendo e che voglio imprimere nella memoria e nei ricordi; amo dipingere anche l’acqua e la neve. La mia pittura è da autodidatta, ho imparato solo con il tempo e l’esperienza l’utilizzo di stratagemmi come la prospettiva, la linea d’orizzonte, il punto di incontro… Penso di essere arrivato ad un livello da cui non potrò migliorare ulteriormente, ormai”.

“Ho sempre ritenuto la pittura un hobby – ha continuato Maggioni – e penso che tale rimarrà fino a quando smetterò. Non ho mai voluto prendere degli impegni, perché voglio sentirmi libero, senza legami con le gallerie, né con persone che ti mettano sotto contratto, tant’è vero che fino a qualche decennio fa dipingevo anche su ordinazione, ma le scadenze e i turni di lavoro non mi permettevano di lavorare al meglio, per cui ora dipingo liberamente”.

Il suo rapporto con l’arte è a tutto tondo: “A 15 anni ho iniziato a suonare la batteria ed ho formato un gruppo rock con amici, con cui ho suonato per un po’ di tempo; giunta la leva militare, sono stato per due anni in Marina in Sicilia e il gruppo si è sciolto, portandomi a smettere lentamente. Dopo il matrimonio e la famiglia, ho iniziato a dipingere e continuo da 35 anni, oltre ad essere stato una comparsa nell’ultimo film di Antonio Albanese, “Cento Domeniche”, girato nel lecchese, che rimarrà un bellissimo ricordo. Sono rimasto dentro il mondo dell’arte e alla mostra ho avuto amici musicisti, pittori, poeti, i rappresentanti delle varie anime artistiche”.

Maggioni ha voluto raccontare anche un momento di crisi nella sua esperienza, che lo ha allontanato dalla pittura: “Ad un certo punto mi sono accorto di aver sacrificato la crescita delle mie figlie; la sera tornavo dal lavoro e ogni tanto andavo a giocare con loro, ma spesso e volentieri alla sera mi chiudevo in una stanza a dipingere dietro a un tavolino. Quando me ne sono reso conto ho avuto un forte senso di colpa e non volevo più dipingere: ho smesso per cinque anni, dal 2005 al 2009, quando ormai le mie figlie erano adulte. Loro non me l’hanno mai detto né fatto pesare. Poi nel 2010 sono andato in pensione e, su invito di mia moglie, oltre all’orto e agli altri hobby ho ripreso in mano il pennello. Ora spero di continuare ancora finché ne avrò voglia”.

Maggioni conclude spiegando il significato più profondo della sua arte: “”Quando dipingo cerco di immortalare i luoghi che piacciono a me ma anche alla gente comune, per ricordarli innanzitutto, ma la sensazione forte che voglio trasmettere a chi li sta guardando è proprio un’emozione. Devo cercare di emozionare la gente che sta guardando un dipinto, perché come mi emoziono io voglio che anche il pubblico si emozioni. Allora, quando arrivo a capire che la gente si è emozionata, sono “arrivato”, sono contento di essere riuscito a trasmettere le mie sensazioni anche agli altri. Questo per me è importante, perché quando vedo che una persona capisce quello che io ho voluto trasmettere, dico: beh, allora ci sono riuscito”.

Michele Carenini

 

Di seguito una galleria fotografica con alcuni dei dipinti presenti alla mostra: