EMOZIONANTE REPORTAGE
DALLA SECONDA GROTTA
PIU’ PROFONDA D’ITALIA

Andrea Maconi in Grigna (con Giuseppe Spitaleri)

Il giorno di Natale alle 6.30 ci troviamo in 7 al parcheggio di Lecco Bione per la punta al fondo di W Le Donne: Fabio Bollini (Cani Sciolti), Maurizio Calise (alias Maukal – G. G. Milano), Aldo Gira (S. C. Orobico), Thomas Pasquini (G. S. Piemontese), Romeo Uries (Cani Sciolti), Raphael Volk (Israele) ed io (G. G. Milano). Alex all’ultimo decide di non venire perché a letto con l’influenza.

Il meteo è bello e saliamo senza problemi sino all’entrata di W Le Donne: la neve è presente in maniera corposa solo nell’ultimo tratto, ma la traccia nella neve è presente sino all’entrata.

Entriamo e ci dirigiamo al campo base di -900m. Qui giunti come prima squadra Thomas, Maukal, Aldo ed io ci dividiamo in due sottosquadre. Aldo e io andiamo a rilevare un rametto sopra l’ultimo pozzo prima del campo base mentre Maukal e Thomas iniziano il disarmo di Belfangor. In un’oretta Aldo ed io completiamo il rilievo e l’esplorazione del ramo che altro non è che una frattura in frana. Scendiamo allora verso Belfangor, dove becchiamo Maukal e Thomas che hanno già tolto le corde dagli ultimi due salti. Aldo ed io disarmiamo i traversi verso le Condotte delle Sardine e portiamo avanti il disarmo completo del ramo. Accumuliamo il materiale infangato presso il torrentello del vecchio campo base. Il giorno dopo ci servirà per la punta al fondo di W Le Donne, mentre le corde marce le porterò fuori sabato notte. Andiamo a letto stanchi.

Il giorno successivo di buona mattina ci svegliamo e Fabio ci avvisa che non è affatto in forma e non è sicuro di potercela fare a venire al fondo. Romeo dice che si sente anche lui un po’ di nausea e non gli va di venire al fondo e si prende una tachipirina. Fabio decide comunque di provare a scendere un pezzo per vedere se gli torna la forma fisica, mentre Romeo preferisce aspettare al campo base nel sacco a pelo. Scendiamo sino ai -1050m di Puciowskj senza particolari problemi. Lì giunti Fabio ci avverte che si sente ancora debole e non se la sente di venire oltre e dunque decide di tornare al campo base.

Indossata la stagna percorriamo gli scomodi ambienti a -1100m verso i rami nuovi. Aldo, Raphael ed io che siamo più avanti cominciamo a rilevare un rametto secondario all’inizio della parte nuova mentre attendiamo gli altri. Una volta raggiunti da Maukal e Thomas ci carichiamo di ulteriore materiale e diamo una ripulita alla varia attrezzatura infangata e quindi ci dirigiamo nel ramo attivo, che fortunatamente presenta una quantità d’acqua inferiore rispetto a quella dell’altra volta.

Giunti alla partenza del pozzo su cui l’altra volta ci siamo arrestati, prima Aldo, poi Thomas e Maukal procedono ad armare mentre io ed Aldo iniziamo a rilevare. La grotta si sviluppa verticale, a pozzi. Una sequenza inaspettata di pozzi (P13 e P17) attende la nostra discesa. Alla base del secondo pozzo parte una galleria lunga una quindicina di metri che da un lato ricollega con il pozzo sottostante e dall’altro lato vi è una stretta fessura non invitante che probabilmente ricollega. L’ultimo pozzo è profondo 43m e termina su un grosso lago largo una decina di metri che occupa totalmente la base del pozzo. Non ci si può neanche staccare dalla corda perché è evidente che l’acqua sia molto fonda. Il rilievo di questa zona dà -1229m (-1260m dall’ingresso del P30 – ingresso alto del Complesso del Releccio): W Le Donne diventa ora la seconda grotta più profonda d’Italia. È tuttavia evidente che il lago non presenta prosecuzioni aeree. Una rapida occhiata attorno non mi fa vedere ulteriori rami. Decido allora di disarmare perché lasciare lì le corde vorrebbe dire ritrovarle a pezzi nella prossima uscita data la presenza di grosse cascate.

Con grande fatica disarmiamo il tutto. Maukal e Thomas non si sentono tanto bene e riferiscono che probabilmente hanno la febbre. Ritorniamo verso Puciowskj dove giungiamo senza problemi. Qui ci cambiamo e dopo un pranzo caldo decidiamo di ripartire. Maukal però ci dice che preferisce riscaldarsi ancora un po’ sotto il poncho con il fornellino in maniera tale da asciugarsi il sottotuta prima di partire e ci avrebbe raggiunto più tardi al campo base. Noi intanto ripartiamo anche perché, a parte Maukal ed io per gli altri è la prima volta che vengono a W Le Donne e dunque conoscono poco la strada. Giunti al campo base constatiamo che Romeo e Fabio non ci sono e si sono avviati verso l’uscita.

Dopo un breve pranzo ci avviamo nei sacchi a pelo dove subito sveniamo di sonno. Dopo un po’, nei vari rotolamenti nel sacco a pelo, guardo l’ora e vedo che sono le 12. Seppure sia rimbambito dal sonno, non mi sembra di aver sentito arrivare Maukal. Lo chiamo dapprima a bassa voce per non svegliare gli altri e poi un po’ più forte, ma non lo sento. Accendo la luce e non c’è! Sono passate circa 2 ore e mezza da quando siamo arrivati al campo base, troppo tempo per non pensare a un qualche problema. Mi vesto velocemente con la tuta bagnata e comunico agli altri che parto a vedere dove è Maukal. Se entro 40 minuti non torno, vuol dire che c’è stato qualche problema e devono venire a cercarci. Scendo di corsa il Ramo del Cobra con un’ansia pazzesca ed infine giungo all’ultimo pozzo lungo del Ramo del Cobra, dove trovo Maukal che mi riferisce che è tutto a posto e semplicemente si è fermato a Puciowskj a dormire sino alle 9.30. Tiro un sospiro di sollievo, prendo il suo sacco e percorro a ritroso il Ramo del Cobra di corsa per dare la bella notizia agli altri entro i 40 minuti concordati. Dopo poco mi raggiunge anche Maukal.

Proseguiamo a dormire ancora sino alle 20.00 quando mio malgrado devo dare la sveglia a tutti perché conviene incamminarsi per uscire nella mattinata di domenica.

Aldo, Raphael ed io ci incamminiamo per primi, mentre Maukal e Thomas seguiranno come seconda squadra. Sia Thomas, che Aldo e Maukal prendono la provvidenziale tachipirina che Romeo aveva portato il giorno prima nel sacchetto di medicinali da lasciare al campo base perché non si sentono in forma. Thomas prosegue ancora un po’ a dormire per riprendere più energia.

La suddivisione in squadre è comunque utile perché almeno evitiamo di prendere freddo ad aspettarci troppo sui pozzi e non rischiamo di prendere sassate sui pozzi che scaricano.

Risalendo Aldo, Raphael ed io cambiamo la corda di M&M’s lesionate e proseguiamo sino ad Utopia piuttosto rapidamente. Qui giunti troviamo un sacco abbandonato e un messaggio lasciato da Romeo che ci comunica che durante la risalita Fabio è stato molto male in quanto gli è venuta la febbre e che risalgono all’esterno.

Il messaggio ci raggela: l’ansia accumulata per il ritardo della notte precedente di Maukal, un problema che mi è occorso al ventrale sul pozzo con la corda lesionata, le previsioni del tempo che davano neve e freddo in uscita per domenica e il nuovo messaggio di Romeo mi rendono ko. Risalgo da Utopia distrutto non tanto per i tre pesanti sacchi, ma per la psiche annientata dai vari eventi. A -200m anche io comincio a sentirmi ko fisicamente e ho problemi intestinali legati molto probabilmente all’ansia accumulata. Finalmente giungiamo all’uscita dove dalla base del secondo pozzo sentiamo voci indistinte. Giunti alla base del pozzo di ingresso e capiamo che sono Romeo, Simona Manzini e Enrico Benedetti (capanàt del Bogani) che sono venuti a darci una mano con i sacchi di materiale. Il sentire le loro voci ci rincuora e ci riempie di energia. Il meteo esterno, seppure gelido e ventoso, è bello in quanto la perturbazione è passata con un giorno di anticipo. Romeo ci racconta la sua terribile avventura con Fabio che è progressivamente peggiorato di salute con la febbre durante la salita e malgrado la tachipirina, il tè caldo bevuto e la notte passata a dormire a Utopia non accennava a migliorare. Diceva che non sapeva che fare. Quando sono usciti c’era -15°C con tormenta di neve e questo probabilmente ha dato la botta finale a Fabio che è stato totalmente ko. Nella sfortuna però hanno incontrato all’ingresso due alpinisti del CNSAS che stavano percorrendo la Cresta di Piancaformia. Resi conto della situazione i due tecnici hanno giustamente deciso di accompagnare al Bogani Fabio e Romeo facendoli scendere per il canalino successivo a W Le Donne, evitando di fargli percorrere la cresta troppo pericolosa in quelle condizioni. Giunti al Bogani sono intervenuti i volontari del CNSAS che hanno soccorso Fabio e trasportato a valle a piedi con la barella sino al Cainallo dove c’era l’ambulanza che l’ha portato e ricoverato al pronto soccorso.

La notizia ci ha preoccupato parecchio anche perché sia Thomas che Maukal non erano in ottima forma fisica e avrebbero potuto avere lo stesso tipo di decadenza di energia che ha avuto Fabio durante la salita. La decisione che Aldo ed io abbiamo preso è stata di allertare il CNSAS per cominciare a preparare una squadra per entrare a vedere la situazione degli altri due. Al momento mezzi cotti dal sonno e dalla stanchezza abbiamo fatto questa scelta, che ancora ad oggi a mente più fresca e riposata mi sembra la più sensata. Fortunatamente alle 14.00 mentre eravamo al Bogani mi suona il telefono ed è Thomas che mi avvisa che sono usciti e stanno mettendosi i ramponi per scendere. Stanno bene e tutto è ok. Una notizia che solleva il nostro animo ed avvisiamo il CNSAS che si era già attivato per preparare la squadra di soccorso. Aldo, Simona ed io saliamo sulla Via Ganda per aiutare i due con gli zaini e li troviamo già alla Madonnina.

Ormai al tramonto, con uno splendido panorama di montagne rosa, abbandoniamo la montagna per la valle. Si conclude così quest’uscita. Comincio giusto ora a riprendermi dall’ansia provata in questo campo.

L’unica cosa che un po’ ci deve fare pensare a mio avviso per le future punte è il fatto che oltre ad essere autonomi al 100% in grotta, nei campi interni deve essere maggiore il numero di persone che conosce bene sia l’interno della grotta sia il percorso d’avvicinamento all’entrata. D’inverno infatti andare a W Le Donne non significa solo scendere a -1000m ma anche essere in grado con brutto tempo o nebbia di ritrovare la strada verso valle.

Un grosso ringraziamento va al CNSAS che ha soccorso Fabio e si è attivato da subito per reperire personale e preparare l’attrezzatura per l’allerta di domenica, a Romeo per essere stato in grado di gestire al meglio una situazione non semplice grazie alla sua ottima professionalità da infermiere del pronto soccorso, a Simona ed Enrico che ci hanno aiutato con gli zaini.

Andrea Maconi