L’OPINIONE DI TREZZI. ZONA 30: “NIENTE CABARET MA TANTA SCENA”

Cara Lecconews,
Ambientalmente sulla Zona30 è un paradosso di fondo.
Ha ragione ma non ha fatto nulla per dimostrarlo.
Denuncia il cabaret ma continua a fare scena.

Ambientalmente infatti parla giustamente di introdurre la Zona30 a Lecco e la necessità di farlo anche in forza dai risultati evidenti di Bologna – seppur va detto che Bologna è in una scala totalmente esagerata in confronto a Lecco e non paragonabile per dimensioni, traffico, morfologia – ma la Zona30 è e resta un segno di civiltà e di rispetto per tutti i soggetti che sono sulla strada automobilisti, ciclisti, pedoni

Ambientalmente fa quindi bene a parlare di cabaret quando per le critiche usano l’argomento che qui già si va a meno di 30 all’ora. Anche se può esser vero: per il caos, il traffico, i cambi di direzione, i ponti che non ponteggiano, le rotonde che non rotondano e i vigili che non vigilano.

-Il comunicato stampa sarebbe quindi sottoscrivibile solo se fosse scritto da cittadini, da chi non ha ruolo e poteri amministrativi e non come è, da chi da anni, sette e più, è in Giunta e maggioranza.
Perché oggi è si vero che la follia burocrate del ministro Salvini rende complicatissimo introdurre nelle Città la zona 30; Ma il punto che Ambientalmente volutamente elude, è il perché in tutti questi anni in Comune queste Zone30, queste strade scolastiche, queste bike line, questi e tutti gli accorgimenti che oggi sono solo sulla carta della chiacchiera decennale del Piano della Mobilità (Pums) non sono stati introdotti prima che Salvini li rendesse fortemente complicati?

-In questi anni, centinaia di città invece han già introdotto plurime migliorie, sperimentazioni, soluzioni, scelte a favore della mobilità sostenibile, a favore delle zone 30, della sicurezza, delle bici, della condivisione della strada tra più soggetti.

L’esempio pratico di Bologna è lì da vedere ma non è l’unico ovviamente.

Lecco invece si è appuntata medaglie sulla carta, con convegni, festival, manifesti sui muri e stop. Tutta scena.
Di concretezza due recenti righe a Maggianico, una in via dell’Isola e intorno a qualche più unico che raro bordo strada.
Ma nella realtà concreta della mobilità urbana, non turistica e non ricreativa come può essere la ciclopedonale a Rivabella, invece pressoché nulla.

Esempio plastico una pomposa e costosa strada scolastica in via Grandi davanti alla Stoppani neanche completata dopo anni, dove secondo gli stessi di Ambientalmente, era d’obbligo per la sicurezza dei pedoni, vietarne la svolta da via Belfiore e giusto un mese fa, questa svolta prima vietata è stata invece ripristinata.
L’incoerenza e la scena.

-Il numero di incidenti in crescita soprattutto in certe zone sono sì una forza ancora maggiore di impegno per introdurre la Zona 30 ma anche la dimostrazione dell’assenza, nel frattempo, da parte della Giunta, di pratiche per il controllo della velocità, la loro prevenzione, la sicurezza

Ma se stiamo ancora aspettando l’illuminazione diffusa e la messa in sicurezza dei passaggi pedonali, raramente peraltro pittati adeguatamente, cosa pretendiamo la Zona30?

Ambientalmente è tutta scena e a gran velocità.

Paolo Trezzi
Lecco