ANCHE A LECCO LA CAMPAGNA DEL PD PER LA SANITÀ LOMBARDA

LECCO – “Vuoi curarti? Con la destra aspetti e speri. O paghi”: questo uno degli slogan con cui parte, martedì 16 settembre, la campagna di affissioni del gruppo regionale del Pd in vista della discussione, verso metà ottobre, in consiglio regionale, della legge di iniziativa popolare sulla riforma della sanità, che nel corso del 2024 ha raccolto oltre 100mila firme. A Lecco, come negli altri capoluoghi di provincia, compariranno manifesti con diversi messaggi: oltre a quello già riportato, ci saranno anche “Un milione di lombardi rinuncia a curarsi. Sei tra questi?” e “La destra governa la Lombardia da trent’anni. E tu, da quando aspetti quella visita?”. Tutti e tre saranno accompagnati dalla frase: Cambiare si può.

Tutti i materiali esposti rimandano al sito conlasalutenonsischerza.it, la piattaforma su cui il gruppo regionale dem, dall’estate 2023, raccoglie le segnalazioni dei cittadini sui tempi d’attesa troppo lunghi, sulla mancanza del medico di base e di altri servizi e su cui ha accompagnato anche la raccolta firme sulla legge di iniziativa popolare. La campagna di affissioni sarà accompagnata da una mobilitazione in tutte le province con presidi e volantinaggi, alla fine di settembre.

“Vent’anni fa la sanità lombarda era la migliore d’Italia. Oggi non è più assolutamente così. Ce lo dicono le migliaia di testimonianze che noi da ormai due anni abbiamo raccolto con la campagna ‘Con la salute non si scherza’, ma ce lo dicono anche le tante rilevazioni di enti indipendenti che hanno fotografato il decadimento di un servizio, soprattutto in relazione proprio al tema dell’accesso: siamo diventati incredibilmente la settima regione d’Italia nella classifica delle migliori in sanità, ed eravamo quarti”, dicono Gian Mario Fragomeli e Pierfrancesco Majorino, consigliere e capogruppo regionali del Pd.

“In questo quadro, noi abbiamo fatto diverse proposte, azioni, iniziative. Bisogna cambiare e per questo ci siamo mobilitati, noi come altri soggetti politici, la società civile, le organizzazioni sindacali. In questo contesto abbiamo raccolto oltre 100mila firme a sostegno della nostra proposta di legge di iniziativa popolare che si fonda su alcuni principi: la necessità di cancellare l’equivalenza tra pubblico e privato, quindi rimettendo al centro gli interessi della sanità pubblica, il primato della prevenzione della medicina territoriale, la necessità di provvedere all’integrazione tra i servizi, quello sanitario e i servizi sociali, il bisogno di intervenire per rafforzare l’assistenza domiciliare. Poi c’è l’urgenza di mettere mano alle liste d’attesa attraverso interventi indispensabili come il Centro unico di prenotazione, sistema su cui la giunta regionale sta fallendo dal 2015, perché non lo realizzerà neanche in questo mandato”, insistono i dem.

“Si calcola che i lombardi spendano almeno 12 miliardi di euro l’anno per avere prestazioni sanitarie che dovrebbero essere garantite dal servizio pubblico. Se calcoliamo quanto è la spesa della sanità in Lombardia, vuol dire che un terzo delle prestazioni sanitarie è pagato direttamente dai cittadini. La stessa cosa vale anche per le nostre strutture territoriali, come le Rsa. Si mettono pesantemente le mani nelle tasche dei cittadini proprio per un sistema che ormai è entrato totalmente in crisi e lo è per una questione molto nostrana: in Lombardia si è sperimentato un sistema che si diceva essere basato sulla libertà di scelta del cittadino, ma alla fine gli unici a scegliere sono i grandi operatori della sanità privata, che decidono dove insediarsi e che prestazioni erogare. Per contro, è stata demolita la sanità di territorio e, solo grazie ai fondi del Pnrr, finalmente si sta investendo nell’apertura di servizi territoriali e di prevenzione sociosanitaria. Le cose non vanno meglio, vanno peggio, lo dice persino Bertolaso, che però non ha la forza politica per invertire la tendenza, e i lombardi ne pagano totalmente il prezzo”, conclude Fragomeli.