LECCO – Spacciatori sempre più organizzati, con passamontagna, vedette e linguaggio in codice, dall’altra parte gli investigatori della Questura che nuovamente riescono a sgominare la banda che spacciata tra Lecco e i paesi limitrofi. Nel mezzo migliaia di consumatori tossicodipendenti, con l’eroina a farla di nuovo da padrone.
In diretta dalla sala stampa della Questura di Lecco
Continua il contrasto allo spaccio di droga nel lecchese. La Squadra Mobile della Questura di Lecco ha fermato sei spacciatori particolarmente violenti (cinque in carcere, uno latitante) su territori, Lecco, l’hinterland e i boschi della Statale 36, già ampiamente noti e oggetto di precedenti operazioni. Si tratta di un “fenomeno difficile da combattere – spiega il procuratore della Repubblica Ezio Domenico Basso – radicato non solo nel territorio lecchese, qui con fenomeni di radicamento e manifestazioni particolari come lo spaccio nei boschi; arrestati questi sei, ce ne saranno altri a prendere il loro posto, ma non per questo l’autorità non dovrà contrastare il fenomeno”.
Le indagini sono partite nel giugno 2023, con particolare coinvolgimento della sezione antidroga dell’ispettore De Gregorio, e si sono concentrate su Lecco, Valmadrera, Civate, Abbadia, Mandello e Galbiate. Smerciate erano sostanze quali cocaina, eroina e hashish sia nei boschi sia nei centri urbani e in zona università.
Il capobanda, soprannominato “Minor”, è il più giovane dei fermati, un classe 2003, il più anziano è nato nel 1996. Gli indagati facevano ricorso ad atti di intimidazione o violenza ad altri appartenenti al gruppo, quasi avessero maturato la convinzione di essere impuniti. Ogni spacciatore aveva un numero di telefono specifico per pattuire luogo di ritrovo e quantitativo di droga da smerciare; questo è un vantaggio perché permette allo spacciatore di essere in possesso di una dose esigua di stupefacente e non sarebbe potuto essere arrestato in flagranza. Il sistema prevedeva vedette, per avvisare lo spacciatore dell’arrivo dei consumatori, i quali venivano serviti direttamente in auto nei boschi, o allertare per l’arrivo delle forze dell’ordine. Tra i circa mille clienti, molti sono eroinomani.
L’attività degli inquirenti è stata difficoltosa perché gli spacciatori si presentavano in passamontagna e spesso i clienti ricevevano sostanze da interlocutori diversi rispetto a quelli sentiti per telefono. Tra loro si servivano di un linguaggio in codice, i capi del gruppo avevano atteggiamenti violenti, spesso gli assuntori acquistavano a credito e poi subivano minacce o violenze fisiche. In due anni sono state registrate oltre 7000 dosi vendute per un giro di denaro superiore ai 240mila euro.
Gli spacciatori spesso ricevevano assistenza dagli stessi tossicodipendenti, trovavano rifugio in area boschiva o venivano ospitati da assuntori. Tra la sera del 21 e la mattina del 22 novembre, grazie anche al supporto della polizia locale di Valmadrera, sono stati rintracciati a Lecco e Valmadrera i cinque soggetti ora in carcere. Insieme a loro sono stati trovati altri marocchini tutti irregolari; uno di questi è già stato rimpatriato, un altro espulso.
RedCro