PESCATE – Il tema del nuovo ponte sull’Adda e dello svincolo di Pescate continua a sollevare dibattito tra maggioranza e opposizione in Consiglio regionale lombardo.
I due consiglieri lecchesi Gian Mario Fragomeli (PD) e Mauro Piazza (Lega) si sono confrontati con toni accesi sullo stato di avanzamento delle opere viabilistiche a Lecco.
Fragomeli ha espresso forte insoddisfazione riguardo alla situazione dello svincolo: “Nella giornata in cui si annuncia che verranno spesi 14 miliardi per la realizzazione del ponte sullo Stretto, a Lecco è tutto fermo per rendere il quarto ponte a due corsie. In Sicilia si fa il ponte più lungo del mondo, qui un ponte da oltre 30 milioni di euro a senso unico”. Il consigliere democratico, dopo la risposta formale della Regione a una sua interrogazione, ha denunciato la totale assenza di un cronoprogramma per lo svincolo di Pescate, mentre i lavori sul nuovo ponte attiguo al Manzoni sono sì avanti (al 70%), ma rimarranno a senso unico almeno fino alle Olimpiadi. “Fra pochi mesi la Lombardia ospiterà i Giochi e sullo svincolo nulla si muove. Nonostante le richieste di rendere il ponte a due corsie, lo avremo pronto solo a senso unico. Regione non si preoccupa di accelerare la progettazione. È preoccupante”, ha detto Fragomeli, sottolineando come la soluzione penalizzi la viabilità lecchese e criticando l’assessorato alle Infrastrutture per immobilismo: “Solo noi del Partito Democratico insistiamo perché le opere siano complete e funzionali”.
Mauro Piazza, collega consigliere regionale (ma della Lega), non ha tardato la replica, puntando il dito proprio contro Fragomeli e il PD: “L’unica cosa da scoprire è che Fragomeli, in dieci anni da parlamentare a Roma con un lauto stipendio, non è riuscito a portare a casa nemmeno la metà delle risorse necessarie. E dire che ha potuto contare su ben tre ministri PD alle Infrastrutture. Non servivano miliardi, bastava un po’ di determinazione”. Piazza ricorda che la scelta del ponte a senso unico venne proprio dal PD, allora (e oggi) al governo cittadino: “Forse non ha letto bene il progetto? O forse non è mai stato coinvolto?”. Infine, l’accusa di polemica strumentale: “Bisogna essere presenti sia a Roma che sul territorio. Altrimenti tutto si riduce al solito scaricabarile per raccattare un po’ di consenso”.
RedPol