SANITÀ/MORBILLO IN AUMENTO:
“MENO GENITORI VACCINANO
I FIGLI”, DA GENNAIO SEI CASI

casi morbillo
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LECCO – I dati divulgati dall’Agenzia di Tutela della Salute della Brianza mostrano che il numero dei casi di morbillo nel territorio della Brianza e nel lecchese ha subito un aumento in questi primi quattro mesi del 2017, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, facendo sì che per la prima volta in 16 anni le segnalazioni si discostassero dalla quota regionale. La provincia di Lecco, in ogni caso, ha registrato un numero minore di casi (sei in totale), mentre ce ne sono stati 29 nel territorio di Monza e addirittura 91 in quello di Vimercate, interessando la maggior parte dei Comuni di competenza.

“L’andamento delle segnalazioni di casi di morbillo a carico di cittadini residenti o domiciliati nel territorio dell’ATS della Brianza – spiega Paola De Grada, Medico del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria dell’ATS Brianza – è stato, negli anni dal 2000 al 2016, in sostanziale allineamento con i dati regionali. Dal mese di Gennaio 2017 si registra invece, in ATS, un aumento delle segnalazioni di casi di morbillo rispetto allo stesso periodo del 2016. Più precisamente, alla data del 26 Aprile sono pervenute n° 126 segnalazioni di malattia accertata. La malattia si è manifestata in soggetti di tutte le età, con un range che va dai 9 mesi ai 54 anni. Come atteso, la maggiore concentrazione dei casi si è avuta in bimbi della fascia 0-4 anni e nei giovani adulti della fascia 30-34 anni”.

morbillo fasce d'età

“Dall’inchiesta epidemiologica effettuata a seguito di ogni segnalazione di caso – sottolinea Paola De Grada – è emerso che ben 117 dei malati non erano mai stati vaccinati contro il morbillo, in linea con il dato nazionale che mostra circa il 90% di non vaccinati, rispetto al totale dei malati, per l’anno in corso”. Delle 117 persone non immuni al morbillo, nove hanno contratto la malattia, benché fossero state vaccinate subito dopo il contatto con un ammalato. In questi casi, la “vaccinazione post-esposizione” non ha potuto evitare la malattia, ma ha sicuramente contribuito ad evitare possibili complicanze.

Dei nove ammalati che avevano riferito di essere stati vaccinati in passato, otto avevano effettuato una sola delle due dosi di vaccino necessarie per avere una garanzia di protezione dal virus. Solo nel caso di un adulto, vaccinato con 2 dosi nell’infanzia, si ipotizza che la vaccinazione non abbia assicurato l’immunità contro la malattia, evenienza rara, ma possibile per qualsiasi tipo di vaccinazione. Anche la caratteristica dell’alta contagiosità del morbillo si è resa evidente nell’epidemia che interessa il territorio dell’ATS della Brianza. Infatti, dei 126 casi di malattia segnalati ad oggi, ben 64 sono raggruppabili in “focolai” di malattia, con coinvolgimento dell’ambito familiare (madre/figlio, moglie/marito,..), ma anche del contesto lavorativo.

vaccino medico“In conclusione – spiega la Dott.ssa De Grada – i dati rilevati a livello locale confermano la persistenza della circolazione del virus del morbillo, dovuta al mancato raggiungimento della copertura vaccinale di almeno il 95% dei bambini fino a 24 mesi di età, indicata dagli esperti come soglia minima per fermare la circolazione del virus nella popolazione. Sappiamo che questo dato è legato sostanzialmente al crescente numero di genitori che rifiutano la pratica vaccinale, nonostante evidenze scientifiche consolidate sul valore positivo delle vaccinazioni e sulla loro sicurezza. Per rafforzare l’informazione e favorire l’adesione consapevole da parte dei genitori, in collaborazione con i Pediatri di Famiglia, sono in atto a livello regionale azioni di monitoraggio delle coperture e di rafforzamento della proposta di vaccinazioni in età pediatrica”.