TRE MOMENTI DELL’ESSERE ALPINI
NEL CONCERTO PER L’ANA
DE I VOUS DE LA VALGRANDA

vous valgranda 3LECCO – Sulla vecchia Europa si addensavano presagi di rivolgimenti epocali ben prima che il conflitto mondiale si profilasse. Lo slancio positivo della Belle Epoque aveva esaurito da tempo il suo afflato o stava svelando un’altra e più inquieta anima, quando la tragica realtà della Grande guerra si stagliò all’orizzonte per spazzarne via ogni ultimo brandello (…)Il terrificante terremoto che rase al suolo Messina e Reggio Calabria il 28 dicembre 1908 (quasi centomila morti) (…) e la guerra italo-turca del 1911-1912 combattuta in Libia (…)delineavano un clima che si sarebbe di lì a poco tramutato in tempesta (…) il 14 aprile del 1912, insieme al Titanic affondavano le rassicuranti certezze della civiltà tecnologica (…) lo scoppio di un conflitto generalizzato non era ormai lontano (…) [F. Leone, storico dell’arte. Stralci da “Tutto Vacilla”].

I Vous de la Valgranda, diretti da Riccardo Invernizzi, hanno accompagnato la festa di Natale all’insegna della Memoria dell’Associazione Nazionale Alpini di Lecco (sez. San Giovanni) nel Salottone Arcobaleno adiacente l’oratorio San Filippo Neri del quartiere. Tre momenti tra i più rappresentativi dell’essere alpini; la preghiera, il canto, la condivisione di un piatto povero attorno alle fotografie del primo conflitto mondiale (dal titolo “La quiete violata“).

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La S. Messa celebrata da don Emilio Colombo ha preceduto il concerto strutturato con un programma tratto dalla tradizione alpina, appunto per l’occasione, che non è però unicamente la vocazione del coro. Canti utili da ricordare in un Natale che per noi è di pace, ma per molti è di guerra. Di quella stessa guerra che le nostre città e le nostre montagne hanno vissuto non troppi decenni fa. Cambiano magari i soldati, le bandiere, le “ragioni”, gli scopi. Ma la sofferenza e la brutalità di un conflitto rimangono tali. E si scappa dalle guerre, si scappa per paura. Beniamino, che torna alla sua valle dopo essere stato migrante per anni, e vede con la mente quello che era il suo paese, si trova uno scenario completamente cambiato, modificato dal tempo e dall’uomo. Quel Beniamino dall’interessante storia (dal brano Bènia Calastoria di B. De Marzi) era tutti gli italiani che partivano per paura, per disperazione, per sperare. Strano essercelo dimenticati, strano non capire chi fugge ora dalle guerre.

vous valgranda 2Il clima di riflessione provocato dai canti, di cui molti armonizzati dal M° Giuseppe Scaioli, fondatore del Coro A.N.A. Grigna di Lecco, e armonizzatore dei due volumi “I veri canti degli alpini”, è stato poi tramutato nel conviviale spirito di condivisione alpina, con la distribuzione del piatto più popolare e tradizionale natalizio della montagna, la trippa (dall’originale inflessione milanese “Busecca”), di cui il profumo impregnava le case povere dei lecchesi e accompagnava la notte di Natale, per essere consumata dopo la messa di mezzanotte.

Michele Casadio