VALMADRERA – Da venerdì 17 a domenica 19 gennaio, presso la chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate di Valmadrera, si terrà la festa patronale. La festa sarà introdotta giovedì 16 gennaio alle 21 da una veglia di preghiera per la pace e intercessione di S. Antonio, nel mese dedicato alla pace.
Venerdì 17 gennaio alle 10:30 si terrà la messa concelebrata dai sacerdoti nativi e che hanno svolto il loro ministero nella Parrocchia. Alle 18 la messa per i ragazzi delle medie e per la comunità giovanile, aperta a tutti. Dalle 19 la cena con il risotto in oratorio, con prenotazione obbligatoria. Alle 20:30 un piccolo falò di S. Antonio nell’oratorio di via Bovara.
Domenica 19 gennaio, giorno della festa patronale, si aprirà con la messa solenne delle 10:30, presieduta dal vescovo ausiliare di Milano Mons. Erminio De Scalzi. Alle 15:30 la preghiera di affidamento della comunità a S. Antonio con offerta per le opere parrocchiali e il servizio liturgico, con la presenza dell’Amministrazione comunale. Alle 16:30 il concerto del Corpo musicale S. Cecilia presso il Cineteatro Artesfera (è possibile ritirare i biglietti gratuiti – non più di 4 per persona – presso il Cineteatro Artesfera, martedì 14 e mercoledì 15 gennaio dalle 10 alle 12, e giovedì 16 gennaio dalle 16 alle 19, a esaurimento posti).
Presso il Campanile tutto il giorno di venerdì 17 e sabato 18 gennaio sarà possibile la salita per una veduta sulla città (occorre prenotarsi); nel retro dell’altare sarà visibile un’esposizione di arte sacra dell’artista “Ersy” – Ersilio dell’Oro; saranno poi a disposizione le tradizionali mele di S. Antonio.
Prima della messa solenne delle 10:30 di domenica, Mons. Erminio De Scalzi benedirà una lapide collocata proprio poco oltre la grande statua di S. Antonio abate, al fondo della chiesa parrocchiale. Riporta tutti i nomi dei parroci conosciuti, a partire dalle prime visite pastorali di S. Carlo Borromeo nel 1500: un certo Simone Valsecchi, anzi Valsichis secondo la dizione originale dei documenti d’archivio, fino all’attuale don Isidoro Crepaldi.