LECCO – Il Comitato “Libertà per Carlo Gilardi” commenta il trasferimento dell’anziano professore dalla Rsa Airoldi & Muzzi all’hospice Il Nespolo di Airuno a seguito dell’aggravarsi delle suo condizioni di salute.
“Dopo anni in cui lo hanno esasperato e privato della libertà, finanche facendogli desiderare a più riprese di voler morire, ora dicono sia malato – scrivono dal Comitato – seppure nemmeno ai suoi parenti sia stato consentito visionare cartelle cliniche ed esami, né tantomeno intraprendere ulteriori valutazioni cliniche, ma qualcuno si domanderà se libero e felice a casa sua, si sarebbe ammalato lo stesso?”
“A luglio, quando grazie alla sentenza europea ci hanno finalmente concesso di incontrarlo, era amareggiato per il perdurare della sua reclusione ma lucido e contentissimo di rivedere vecchi amici e anche di sapere della vittoria a Strasburgo. Nel giro di dieci giorni, guarda caso dopo che Carlo con le sue azioni e finalmente libero di dire la sua, aveva riportato a galla le svariate ombre di questa vicenda, lo abbiamo visto peggiorare in modo repentino“.
Il Comitato continua dunque a chiedere trasparenza nella gestione del professore ultranovantenne, lamentando che anche ad Airuno, come già prima nella struttura del capoluogo, è fatto divieto di incontrare il paziente.
“Caro Carlo, al tuo funerale che speriamo tarderà ancora molto nonostante tutto, noi non ci saremo, sarebbe troppo il dolore per quello che hai subito e anche disgustoso assistere alla lunga sfilata di chi ti ha abbandonato e ha acconsentito a tutto questo. Abbiamo fatto di tutto per salvarti, confidando nella giustizia – concludono gli attivisti – e ti chiediamo perdono con il cuore in mano e con le lacrime, per quello che questa povera Nazione e questa squallida umanità ti ha causato”.
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