Scende la spesa sulla sanità pubblica, ai minimi storici degli ultimi 15 anni. Scende la spesa sul PIL per la scuola: altri 600 milioni di tagli sono previsti nell’ultima manovra. Scende la spesa sulla casa, nonostante le promesse di Meloni e Salvini. Scende anche la spesa sulla ricerca, ancora. E scende la spesa pure sulla politica industriale, nonostante il continuo calo di produzione.
Sale la spesa militare per aver accettato la richiesta di Trump di portarla al 5% del PIL. Vuol dire 445 miliardi in più nei prossimi 10 anni.
Salgono le tasse perché la pressione fiscale con la destra è arrivata al 42,7%, il più alto dal 2015. Salgono gli affitti del 10% nell’ultimo anno. Sale il prezzo dell’energia: abbiamo le bollette più care d’Europa. E poi sale il costo della vita: dal 2021 al 2025 il costo dei beni alimentari è aumentato del 25%. E negli stessi anni i salari reali degli italiani sono scesi del 9%.
La riduzione dal 35% al 33% dell’aliquota Irpef del 2° scaglione (da 28 a 50 mila euro) è un bluff. Il beneficio medio è pari a 408 euro per i dirigenti e si riduce a 123 e 23 euro, rispettivamente, per impiegati e operai. il vantaggio cresce al crescere del reddito, da poco più di 3 euro al mese per chi ne ha 30.000 a quasi 37 per chi ne ha 50.000. Ma il beneficio, al livello più alto, è per i redditi fino a 200 mila euro. Una presa in giro per chi ne avrebbe bisogno.
Siamo l’unico Paese europeo in cui i salari reali sono più bassi di prima, secondo l’Ocse -7,5 % rispetto al 2021. Proprio il lavoro e i salari sono i grandi assenti della Manovra 2026.
L’incidenza del finanziamento della spesa sanitaria sul PIL scende dal 6,3% al 6,0%. Le conseguenze di questo taglio reale sono drammatiche: liste d’attesa più lunghe, carenza di personale, fuga di medici e infermieri.
“Questi sono i pacchi che la destra ci regala per Natale. Tagli su istruzione e sanità, mentre gli stipendi rimangono al palo e crescono le spese delle famiglie. Gli unici investimenti del Governo sono solo per le armi – dichiara il segretario provinciale del PD Manuel Tropenscovino – vogliamo un’Italia che investa davvero nel lavoro, nella crescita sostenibile e nella giustizia sociale. Per il lavoro significa introdurre il salario minimo, rafforzare la contrattazione collettiva e combattere la precarietà, assicurando tutele anche ai lavoratori autonomi. Rilanciare il potere d’acquisto attraverso una riforma dell’Irpef e garantire rinnovi contrattuali più rapidi e più giusti. C’è bisogno di investimenti su lavoro, impresa e servizi pubblici essenziali. Le risorse per realizzarlo possono essere recuperate”.
Secondo il lavoro del gruppo parlamentare del Partito Democratico le risorse si possono infatti trovare: circa 2,5 miliardi cancellando la nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, limitando il taglio Irpef ai redditi davvero medio-bassi, riordinando le agevolazioni fiscali e combattendo in modo serio l’evasione.
“Per tutto questo – conclude Tropenscovino – saremo presenti da domani con i nostri gazebo nelle piazze dei Comuni della Provincia per confrontarci e spiegare che di fronte ai pacchi della destra, alle promesse tradite di Meloni e Salvini c’è una alternativa che deve parlare di lavoro, stipendio, sviluppo industriale investimenti in istruzione e sanità. Tutto quello che questa destra ha dimenticato”.
