UCCISE CHETRA SPONSIELLO.
TROPPO LAVORO IN COMUNITÀ
CHIEDE DI TORNARE IN CELLA

CIVATE – Ha chiesto di abbandonare i lavori socialmente utili e di ritornare in cella Filippo Di Benedetto, il 38enne che lungo la Statale 36 investì e uccise il 22enne di Civate Chetra Sponsiello (nella foto di copertina).

Era il 17 maggio 2019, Sponsiello era rimasto coinvolto in un banale tamponamento all’altezza di Monza: con la sua Seat Ibiza – a bordo anche una ragazza di un anno più giovane, illesa e testimone di tutta la vicenda – aveva urtato una Audi guidata da un 46enne di Desio. Mentre i due conducenti constatavano i danni piombò su di loro la Opel Corsa di Di Benedetto, il civatese venne travolto e il pirata della strada non si fermò a prestare soccorso.

Nel luglio dell’anno successivo la condanna, al termine del rito abbreviato, a sette anni e quattro mesi di reclusione per i reati di omicidio stradale aggravato dallo stato di ebbrezza e dalla guida senza patente, dalla fuga e dalla morte del giovane.

Dal 21 novembre dello scorso anno Di Benedetto stava scontando la pena con la misura dell’affidamento in prova ai servizi sociali, in pratica era ospite in una comunità brianzola ma in questi primi mesi avrebbe trovato troppo impegnativo il lavoro richiesto e dunque ha scelto di tornare in carcere. I Carabinieri di Besana Brianza lo hanno dunque prelevato e riaccompagnato alla struttura di Monza.

RedGiu

 

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