LECCO – Condannato a un anno e 4 mesi, pesa sospesa e non menzione per l’agente della Polizia Stradale di Lecco che durante la seconda ondata di Covid e in un breve periodo di assenza per malattia non ha restituito i distintivi di riconoscimento.
Oggi – davanti al giudice Paolo Salvatore – si è concluso il processo nei confronti dell’agente che è stato sentito, incalzato dalle domande del Pm Caterina Scarselli. Il poliziotto doveva rispondere di “illecita detenzione di segni distintivi, contrassegni o documenti di identificazione in uso ai corpi di polizia“.
La querelle ha visto contrapposto l’allora dirigente della Polizia Stradale di Lecco, Anna Lisa Valeriani, che dallo scorso anno svolge servizio a Roma, e il giovane agente che ha preso un permesso unilateralmente e poi si è messo in malattia. Il Pm Caterina Scarselli ha chiesto due anni di condanna, mentre il difensore del poliziotto, l’avvocato Guido Corti, ha invocato l’assoluzione.
Le dichiarazioni sulla malattia del giovane poliziotto sono state oggetto di valutazioni del giudice Paolo Salvatore che, oltre a condannare il polizotto a un anno e 4 mesi, ha trasmesso gli atti in Procura sulle sue dichiarazioni in particolare sulla malattia, per valutare l’ipotesi di reato di truffa.
A.Pa.