DON GIOVANNI MEDITA NELLA SECONDA DOMENICA DI AVVENTO

Nella seconda, poi vedremo anche nella terza, domenica d’Avvento ci è insistentemente presentata la figura di Giovanni il Battista che diventa così una guida, naturalmente spirituale, del nostro cammino verso il Natale, meglio: verso il Signore. 

Particolarmente nella liturgia di oggi – che è quella del terzo anno, l’anno “C” – si prende dal secondo vangelo (di Marco) e proprio dal suo inizio che è tematico del vangelo stesso; ma innanzitutto vediamo Giovanni annunciato con richiami profetici: “Ecco innanzi a me io mando il mio messaggero”. 

Dopo il titolo (dove si impiega questo termine di “vangelo” tanto caro a Marco) mentre è detto il contenuto dello scritto nella persona di “Gesù, Cristo, Figlio di Dio” (che troverà potente riscontro finale nell’esclamazione del centurione alla croce) in un intreccio simbolico potente di richiamo alla parola creatrice, subito si passa a Giovanni annunciato ed annunciatore con tutti i simboli e richiami profetici, ma insieme ai grandi interventi di Dio per la salvezza del popolo eletto. 

La citazione profetica da Isaia – che in verità annoda insieme Isaia con Malachia – dà grande forza di sapore antico alla figura del precursore. Di Giovanni, in modo un po’ sorprendente per la nostra mentalità e invece di vasta evocazione simbolica per il tempo, si descrive il vestito e fin il cibo, che vogliono essere comunicazioni vivacemente significative della persona. 

I peli di cammello danno richiamo al profeta Elia (nella coscienza ebraica immagine del profeta per eccellenza) la cintura alla prontezza del popolo ad intraprendere il cammino verso la liberazione e la terra promessa; il cibo, tipico del deserto (e la collocazione stessa nel deserto) non sono pure descrizioni, portano invece alla mente tutt’intero l’esodo del popolo dall’Egitto nel richiamo alla potenza del Signore, mentre danno tono pensoso di riflessione insieme con la testimonianza ascetica di Giovanni, di evidente richiamo morale. 

Il suo battesimo è dichiarato dallo stesso precursore di acqua, significativo sì di conversione, di cambiamento di vita “per il perdono dei peccati”, ma quello di chi “viene dopo” ed è “più forte”, sarà immersione nello Spirito Santo. 

L’esortazione profetica che si fa voce tonante (φωνὴ βοῶντος) nel deserto, non solo l’antico di Giovanni, ma richiamo anche a quello che piuttosto palesemente si evidenzia ancora tra noi, è a “Preparare la via al Signore, raddrizzare i suoi sentieri”. 

Il Signore, annunciato da Giovanni, vuole venire a noi, raggiungere la nostra vita per immergerci nello Spirito e a noi dar mano a eliminare le incertezze e tortuosità del cuore perché l’incontro sia davvero pieno.

 

Don Giovanni Milani