CALOLZIO, L’EX SCUOLA DI SALA RIPRENDE VITA NEI PROGETTI DEI RAGAZZI DEL POLI

CALOLZIOCORTE – Presentati i quattro progetti di riqualificazione per la ex scuola elementare di Sala, in disuso dal 2007, realizzati da altrettanti gruppi di studenti del Politecnico di Milano nell’ambito di un laboratorio scolastico.

L’organizzatore della serata, il capogruppo di Cambia Calolzio Diego Colosimo, ha commentato: “Ho voluto presentare i progetti degli studenti in un’assemblea pubblica per valorizzare l’ex scuola di Sala, un bene riconosciuto nel 2021 dal ministero dei Beni Culturali come oggetto di tutela. Il mio impegno è sempre stato per il recupero degli immobili comunali non utilizzati, ma questo è caratterizzato dalla tutela; la mia volontà è quella di intraprendere un percorso per valutare l’inclusione di questi progetti in un intervento che si adegui alle casse comunali”.

Ad accompagnare le presentazioni era presente l’architetto Mauro Bonfanti, che, in dialogo con gli architetti eredi dei progettisti originari e l’ancora vivente Giorgio Zenoni, ha realizzato due progetti commissionati dall’amministrazione che hanno come obiettivo l’housing sociale, ovvero la realizzazione di appartamenti con spazi condivisi destinati a persone in difficoltà.

Bonfanti ha evidenziato che “la struttura si inserisce in un quadro europeo, in relazione con altri progetti in giro per l’Europa e il mondo; l’edificio è rigido strutturalmente, con una trave-parete a sbalzo che lo caratterizza e lo rende particolarmente raffinato, ma poco modificabile. È inoltre già classificato nel censimento dei beni culturali e architettonici in Lombardia, con un vincolo di salvaguardia basato sul diritto d’autore, richiesto da Giorgio Zenoni: l’aspetto vincolante fa ricordare le strutture di Gio Ponti, dando un senso di inviolabilità, con un aspetto strutturale terminale fatto per non essere modificato, per cui gli studenti hanno condotto un laboratorio a livello di massima”.

L’architetto ha presentato due proposte, che si sono poste come obiettivo l’eliminazione delle barriere architettoniche; una vera sfida, considerato anche il vincolo strutturale. Pensati per l’utilizzo da parte di anziani e persone in difficoltà, prevedono la rimodulazione della rampa d’ingresso e l’utilizzo di un ascensore, con un ballatoio distributivo che conduca agli alloggi, posti nella parte sud dell’edificio.

È stato poi il turno degli studenti, a cominciare dal gruppo rappresentato da Federico Bergomi, con “Un ponte sul passato”.

Il progetto, che destinerebbe l’edificio a doposcuola e centro civico, unisce la natura circostante e le forme giocose dell’edificio in una ideale “casa sull’albero”, con un ingresso dall’alto, dall’attuale tetto che si trova al livello del calpestato della scuola attuale. Collegato con la scuola attuale tramite un ponte ed un corpo scalare che crea un percorso continuo, l’edificio ha aule e laboratori, è dotato intorno ad esso di padiglioni in legno, utili come spazi di didattica all’aperto, ed è dotato di ascensore. L’utilizzo è previsto sia nel periodo scolastico che come summer camp.

Il secondo gruppo, rappresentato da Alessandra Gnocchi, ha ripreso la tradizione calolziese delle bande musicali, con la lunga storia della “Donizetti” e della “Verdi”, trasformando l’edificio in una scuola di musica per bambini e ragazzi.

La struttura, con accessi sia dalla strada che dall’edificio scolastico attuale, è dotata di uno spazio bar pubblico al primo piano e di laboratori accessibili tramite scalinate. Tramite una hall, si accede alle aule, tra cui cinque aree per la scuola di musica e quattro aule per il canto, oltre a spazi per lo studio e la composizione.

Il terzo gruppo, rappresentato da Rachele Mignani, ha creato un progetto di special housing basato su un’analisi sul comune e la sua popolazione, indirizzato a giovani, studenti e giovani coppie.

Partendo dall’ideale della “città dei 15 minuti”, che trova in poco spazio ad esempio servizi ospedalieri, alimentari e farmacia, la struttura si dota di un ascensore che porta al secondo piano, con un ballatoio che collega gli appartamenti, monolocali, bilocali e trilocali. Al primo piano è presente uno spazio comune, che continua al secondo, con una sala relax, una palestra e la sala lavanderia. Il piano terra ha una palestra con una zona aperta e altri spazi per la socialità.

Il quarto gruppo, rappresentato da Aurora Gerli, ha progettato uno spazio di housing per studenti in sinergia con le idee nate condivise dal gruppo Cambia Calolzio. Dotato di spazi ambulatoriali per i medici di base nella zona frontale, l’edificio prosegue con diversi tipi di alloggi per studenti e aule studio, oltre a una cucina comune, bagni comuni nelle sedi dei bagni oroginari e un’area lavanderia. All’esterno è presente un orto e i flussi di studenti e fruitori degli ambulatori sono suddivisi in due ingressi, serviti da due ascensori separati.

Colosimo ha lodato i progetti degli studenti, sottolineando la loro attenzione alla tutela del bene, “un primo tassello fatto di progetti da valorizzare”. Il capogruppo ha poi annunciato di aver iniziato a scrivere “una lettera che, controfirmata dal sindaco e dai consiglieri, sarà destinata al governo centrale; in essa chiediamo aiuto per la valorizzazione dell’immobile, con la richiesta di indirizzare finanziamenti per far tornare Calolziocorte un territorio valorizzato e competitivo, non spopolato”.

Il sindaco Marco Ghezzi ha voluto ringraziare personalmente gli studenti “per non aver fatto voli pindarici, attenendosi a finalità pratiche e soprattutto con progetti fattibili; è da ricordare che il concetto di base a livello pubblico è la realizzabilità, seguendo i tre principi di economicità, efficacia ed efficienza del progetto”. Attualmente, l’amministrazione sta lavorando per ottenere un bando di housing sociale in un’altra ex scuola del territorio, e Ghezzi ha evidenziato molti elementi ricorrenti che rientrano nel progetto reale.

Dal pubblico è intervenuta la consigliera Wilna De Flumeri, che ha sottolineato come “i ragazzi abbiano uno sguardo più avanti del nostro riguardo la tutela degli spazi verdi e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Personalmente ricordo che, mentre la scuola era ancora in uso, un ragazzo disabile aveva incontrato grandissime difficoltà nel vivere quegli spazi, proprio perché all’epoca non si pensava a tematiche che ora sono sentite e importanti”. De Flumeri ha voluto aggiungere ai progetti “il tema del vissuto comune per i disabili, con una struttura a misura per le persone autistiche e portatrici di handicap, collegate all’housing sociale”.

Michele Carenini