Il piccolo commercio è in difficoltà ovunque, ma in via Vittorio Veneto, nel cuore di Calolziocorte, la situazione ha ormai assunto i contorni di una vera e propria fase pre-terminale. In meno di cento metri, nel giro di pochi anni, hanno cessato l’attività realtà storiche come Lady Casa, la profumeria Brivio, il negozio di abbigliamento Fasolo, il Bar del Mel e ora anche l’edicola Manzoni.
Non si tratta di edificare mausolei della nostalgia, ma di prendere atto di un dato oggettivo: le saracinesche abbassate nel centro cittadino non rappresentano solo la chiusura di singole attività commerciali, bensì una perdita secca per l’economia locale, per la vitalità urbana e per il tessuto sociale della nostra città. Ogni negozio che chiude è un presidio in meno, un punto di incontro che scompare, un centro che si svuota e diventa meno attrattivo e meno vissuto, con ricadute che si riflettono sull’intera comunità.
La chiusura dell’edicola Manzoni si inserisce in un quadro nazionale preoccupante: nel solo corso di quest’anno in Italia hanno chiuso 10.720 edicole. Un fenomeno complesso, che non è riconducibile esclusivamente al declino della carta stampata.
Certamente giornali e riviste vendono sempre meno copie, anche a causa dell’informazione online e dell’uso massiccio degli smartphone, ma a pesare è soprattutto la bassissima redditività di un lavoro che richiede turni di oltre 13 ore al giorno, spesso senza reali prospettive di sostenibilità economica. Non stupisce, quindi, che quando un’edicola chiude difficilmente venga rilevata e proseguita l’attività.
Per Calolziocorte, però, questa chiusura rappresenta qualcosa di più: è la perdita di un servizio di prossimità, di un presidio di informazione e di relazione, particolarmente importante per le fasce più anziane della popolazione e per chi vive quotidianamente il centro cittadino. A Sergio Manzoni e alla sua famiglia, che per tre generazioni hanno garantito un servizio sociale fondamentale, va il nostro sincero ringraziamento.
Resta però una domanda che riguarda il futuro della nostra città: quale visione abbiamo per il centro di Calolziocorte e quali politiche intendiamo mettere in campo per evitare che via Vittorio Veneto diventi una sequenza di spazi vuoti, privi di vita e di funzione? Perché la perdita del piccolo commercio non è un destino inevitabile, ma il risultato – o l’assenza – di scelte precise.
Cambia Calolzio
