PROVINCIA, CHE SFIDA TRA HOFMANN E VERGANI DEI “CINICI CIVICI DEL PD”

LECCO – Sarà dunque uno scontro all’ultimo voto, quello per le elezioni del presidente della provincia di lecco del 24 gennaio prossimo venturo. Da una parte con altissime probabilità e con la nostra consueta capacità di previsione correrà Fabio Vergani sindaco di Imbersago, per l’alleanza PD/Corrado Valsecchi/Azione/Antonio Rusconi da Valmadrera. Scartato il sindaco di Primaluna Mauro Artusi e quello di Galbiate Giovanni Montanelli poiché inviso al PD di Fragomeli.

Dall’altra parte corre per il centrodestra – che ha ritrovato unità – Alessandra Hofmann, sindaco di Monticello e presidente uscente. Può essere eletto, come noto, solo un sindaco in carica e possono votare solo i consiglieri comunali.

La grande novità è la rinnovata alleanza tra i Civici e il PD, un amore-odio che attraversa da tanti anni la politica locale e che oggi, in caso di conferme, li vedrebbe perdere la loro sbandierata e rivendicata terzietà in favore delle sinistre, dal PD ad AVS, tanto che qualcuno li ha già ribattezzato “civici del Pd”. Vero è che il candidato sarà espressione di questo gruppo, ma altrettanto chiaro è che semmai Vergani fosse eletto presidente lo sarebbe in forza dei voti dei Democratici e vedrebbe il suo mandato sopravvivere sempre grazie a consiglieri provinciali di sinistra. Insomma, non con una grande libertà di manovra politica.

Quello che ha stupito molto nel centrodestra è il repentino cambio di direzione dei civici (ora del Pd). Dopo aver incassato il sostegno per l’ex senatore Rusconi al soglio della Comunita Montana Lario Orientale nonostante le contrarietà “violente” del Pd; dopo aver incassato un ruolo in Lario Reti Holding per Aldo Riva, nonostante le contrarietà palesi del Pd; dopo aver incassato un totale allineamento con Appello per Lecco contro Gattinoni… il drappello capitanato da Rusconi non si è fatto scrupoli, né per i rapporti personali né di natura politica, per cogliere al volo la contrapposizione del Pd alla Hofmann e così incassare una possibile cadrega. Nelle segrete stanze continuano a dire che la presidente uscente è brava, ma in concreto sembrano sfruttano l’occasione per farla fuori in favore di un proprio uomo.

Più che civici, fior di cinici, scherza (ma non troppo) qualche osservatore della politica locale. Con il Pd ormai capace non solo di esprimere candidature, ma pure di avversare quelle altrui. Molto probabile è che la cosa avrà ricadute ad ogni livello, proprio a partire dalla Comunità Montana che vede Rusconi presidente con i voti di tutti.

L’altra singolarità è il sostegno di Corrado Valsecchi a questo accrocchio molto machiavellico. In sostanza chiederà al Pd i voti per far vincere un “suo” presidente dagli stessi consiglieri comunali di Lecco contro i quali, dice, sta combattendo una battaglia elettorale per sconfiggerli. Anche Gattinoni pare sia un po’ perplesso di questa macedonia: grossomodo “Noi votiamo uno dei loro, e loro vengono contro di me apertamente a Lecco?”, pare abbia ripetuto. Del resto si sa che la politica è capace di andare contro ogni logica e ogni decenza.

Chiude la galleria del bizzarro il fatto che Azione, il partito di Calenda, mentre si sta ovunque distaccando dalle sinistre, solo a Lecco in questo andrebbe a nozze con il Pd e compagnia cantante di sinistra, sotto la regia inconsapevole di Eleonora Lavelli, totalmente in balia delle scelte che piovono da Valmadrera. Va detto per onor di cronaca che la stessa Lavelli smentisce seccamente a Lecco News lo scenario (“Indiscrezioni non veritiere”).

Il centrodestra, da par suo, serra i ranghi e si prepara alla conta che, tabelle alla mano, non è scontata per alcuno schieramento. Di certo nessuno potrà permettersi di far mancare i voti alla Hofmann, pena il futuro di elezioni come Lecco e Mandello, e più in generale di un qualche ruolo per la coalizione a livello locale. Sopite le tensioni, sono tutti convinti che sia importante mantenere i ruoli e gli spazio della amministrazione provinciale che Mauro Piazza era riuscito a costruire e di cui tutti loro hanno beneficiato. Anche perché una sconfitta a Villa Locatelli sarebbe un brutto viatico per le elezioni comunali. Anzi: azzardiamo un ulteriore sviluppo: qualcuno “da dentro” fa fallire la corsa di Hofmann, a quel punto lo stesso Piazza (ma Mauro, non più Carlo), si candida per Palazzo Bovara – comunque vada poi a finire. Il centrodestra in questo scenario avrà sempre poche chances di battere il ‘Gatto’, ma potrà fare la conta di chi conta risparmiando i soldi del classico sondaggio visto che poi i voti sarebbero quelli veri.

Non rimane dunque che attendere l’esito delle urne. Come sempre ci pare che questi bizantinismi ricadranno sulle istituzioni, relegando la nostra Provincia – nel suo trentennale dalla fondazione – a un ruolo sempre più marginale, mentre i capoccia locali, stancamente, giocano sulla scacchiera una partita a somma zero.

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